Le elezioni dei rappresentanti di classe e di Istituto: un primo vero momento di riflessione e azione “politica”
C’è un ordinario nella scuola che a volte passa inosservato, piccoli gesti quotidiani, relazioni, attività di routine che emergono solo se per qualche motivo fanno rumore, diversamente non ci si sofferma più di tanto.
Mi riferisco, per esempio, alle elezioni dei rappresentanti di classe degli studenti, da svolgere ogni anno nello stesso periodo, che sono un primo vero momento di riflessione e azione “politica”, nonché un esercizio di democrazia.
C’è chi si tira indietro, chi non ne vuole sentire parlare, chi vorrebbe candidarsi ma è timido, chi è troppo sfacciato, chi ci tiene davvero per sé e chi vuol farlo per i compagni.
Sembra poco, ma è una responsabilità e da docente mi sento chiamato a valorizzare quanti si mettono in gioco e non certo per mandarli di qua a di là a svolgere “commissioni scolastiche” da fattorini del prof!
Nei rappresentanti vedo degli studenti che hanno a cuore, insieme ai libri e allo studio, anche la vita della classe e della scuola; vedo “alleati” possibili per coinvolgere tutti e particolarmente chi si tiene a distanza nella classe; vedo l’opportunità di rendere visibile e concreta quella cittadinanza attiva, responsabile e alla ricerca del bene comune, di cui tanto di parla e si legge; vedo la necessità di dargli la giusta autonomia nello svolgere questo servizio, lasciando fare ed incoraggiando, facendo un passo indietro e assicurando che ci sono al bisogno.
Più solenni sono, invece, le elezioni dei rappresentanti d’istituto, vissute come una vera e propria campagna elettorale, tra propaganda, comizi, volantini, promesse e speranze.
È un contesto molto interessante e mi piace ascoltare il modo in cui si presentano ai compagni scuola, curando per quel giorno il look, preparandosi il discorso da fare, muovendosi insieme al gruppo di sostegno, esercitando l’oratoria e la retorica. Per qualcuno c’è davvero il sogno di essere un politico vero, per altri solo un assaggio, per altri ancora la ricerca della visibilità e del successo personale, per pochissimi – fortunatamente – il cattivo odore dei peggiori politici.
Ci sono pure le elezioni dei rappresentanti dei genitori, peccato che la partecipazione lasci a desiderare a volte!
L’impressione è che più i figli crescono e passano negli ordini superiori della scuola, meno ci si faccia presenti, come se non ne avessero più bisogno; se da un lato sembra voler dire “ormai sono grandi e possono cavarsela da soli”, dall’altro non ci sono scuse per non accompagnare gli adolescenti nell’età più delicata e critica della propria vita.
La scuola cammina ogni giorno grazie all’intesa di tutti ed è efficace quando ciascuno fa la propria parte, soprattutto nel momento in cui gli adulti della situazione, insieme, crediamo in un ambiente educativo e formativo dove è piacevole passare così tanto tempo; in cui ci si confronta sulle debolezze non come in un tribunale o in un talk show, bensì come in una vera famiglia che sa di non essere perfetta ma tende a migliorarsi per il bene maggiore che sono i figli.