V Domenica di Quaresima Romana – Commento al Vangelo

Sr Laura Agostani | V domenica di Quaresima, Rito Romano

 

Letture della V Domenica

 

 

Potente la liturgia di questa quinta domenica di Quaresima. Ci stiamo avvicinando alla Pasqua ed entrambe le letture ci spronano a non pensare al passato, a non rimanere aggrappati ai ricordi di un tempo – seppur importanti – ma ad aprirci alla novità della primavera, della vita nuova che in Cristo ogni giorno si rinnova: “Non ricordate più le cose passate, non pensate più alle cose antiche”, ci invita il profeta Isaia, ma celebrate le lodi di un Dio che si fa novità ogni giorno camminando accanto a noi. 

 

Gli fa eco San Paolo nella seconda lettura che considera il passato come spazzatura nei confronti di ciò che il Signore gli ha donato; non si sente arrivato alla perfezione e non si stanca di correre perché la gioia del Premio è incolmabile. 

La liturgia della parola si conclude con il Vangelo: una vera perla. Gesù si sta avviando al Monte degli Ulivi, è deciso a salvarci e non perde tempo e, anche in questo tragitto, ad illuminare la nostra strada; sì, ogni momento è prezioso per farci capire quanto la posta in gioco sia alta. 

Ma scribi e farisei non perdono tempo per provocarlo, per farlo cadere nell’errore; eppure Gesù, anche questa volta, con una calma impassibile continua a farci comprendere quanto la mitezza e l’amore vincano sulla strafottenza di chi si sente già arrivato. La donna adultera diventa il simbolo di tutti i nostri adulteri: di tutte le volte che abbiamo tradito di Gesù non solo in amore, ma sostituendolo con tanti piccoli – grandi idoli; la legge dice, prescrive una condanna, una punizione: Gesù non è venuto per abolire la legge, ma per portarla a compimento attraverso la misericordia e l’amore. Allora ci sentiamo tutti avvolti da questo amore perché i nostri adulteri non sono giudicati, ma sono accolti e perdonati: “Va’ e non peccare più”; c’è sempre speranza di cambiamento, di rinascita, di vita nuova. In questo straordinario Vangelo che trabocca di carità mi soffermo su tre azioni di Gesù che possono donarci sprone per una vita rinnovata.

 

Pazienza e mitezza. Un grande esempio ci offre Gesù che, provocato dai saggi del popolo, non risponde con arroganza e saccenza, ma si china a scrivere col dito per terra. Chissà che cosa avrà mai scritto! Il Vangelo non lo specifica, probabilmente non era importante, ma quel gesto, che calma gli animi ci aiuta a non rispondere con arroganza alle provocazioni, ci aiuta a prendere tempo quando ci sentiamo attaccati,  a calmare le acque, a non alimentare un clima già teso: che insegnamento anche per i nostri giorni! Come sarebbe bello, anche nella nostra vita quotidiana, poter fermarci e non rispondere d’acchito a chi ci punzecchia: prendiamoci del tempo! Nell’era del tutto e subito, Gesù ci insegna il valore incommensurabile del tempo e della riflessione.

 

L’altro è lo specchio della mia anima. “Chi di voi è senza peccato, scagli la prima pietra”. Con queste semplici parole Gesù ci chiede, prima di proferire alcuna parola o gesto di giudizio nei confronti degli altri, di guardarci dentro, di scandagliare il nostro animo per capire che tutti siamo peccatori davanti a Lui e nessuno si deve arrogare il diritto del giudizio spietato perché in ognuno di noi ci sono falli da colmare e se solo avessimo il coraggio di guardarci dentro con schiettezza e carità anche noi lasceremmo cadere l’arroganza delle parole che feriscono gli altri.

 

La potenza dello sguardo. Ogni volta che leggo questo Vangelo mi piace soffermarmi a immaginare come Gesù abbia guardato questa donna dopo che tutti si erano allontanati e, poi allargare l’attenzione agli sguardi di Gesù nel Vangelo: mi fanno percepire lo sguardo che Lui, ogni giorno, ha su di me. Quanto amore ci sarà stato in quegli occhi, in quel sorriso! “Donna nessuno ti ha condannata?” Con quanta dolcezza avrà pronunciato questa frase per far capire all’adultera che nessun errore, nessuno sbaglio, può allontanarti dall’amore di Dio. 

 

E allora sia questo dolce sguardo ad accompagnare la nostra vita, i nostri passi, anche sulla strada del Calvario, nella certezza che Lui ci aiuta a portare le nostre piccole grandi croci verso Pasqua nell’attesa della gioia senza fine.