Sr Simona Bisin | VI domenica di Quaresima, Rito Ambrosiano
Il cuore torna sempre dove trova amore. E così anche Gesù torna a Betania, villaggio che rappresenta un luogo amicale, un luogo dove trovare forza per iniziare il suo viaggio verso Gerusalemme. E proprio in questo luogo si compirà uno dei gesti più alti e profetici del tempo: un gesto d’amore oltre misura. Sì perché gesti di questo calibro si possono compiere solamente quando c’è comunione e fraternità. Il gesto folle non si compie in un tempio, ma in casa, luogo delle relazioni quotidiane, dell’intimità che fa bene al cuore e che forma la nostra identità.
I molti protagonisti del Vangelo di oggi sono tutti interessati a Gesù, ma la differenza la fa la motivazione del loro cercare.
La folla all’inizio, come alla fine del Vangelo, lo cerca per soddisfare la propria curiosità rimasta sorpresa dalla risurrezione di Lazzaro; i capi dei sacerdoti e i farisei lo cercano per catturarlo ed ucciderlo; gli amici di Betania per cenare con lui e per dimostrargli ancora una volta il loro bene; Giuda si interessa di lui per un guadagno personale.
Mentre in apertura e in chiusura si consumano pensieri di morte, al centro vince l’amore dei tre fratelli ed in particolare il gesto di Maria che Gesù stesso dichiara come una prefigurazione del suo mistero. Il gesto esprime un amore gratuito, esagerato fino allo spreco, che riconosce in Gesù il Messia, il Figlio di Dio.
Maria la troviamo ancora seduta ai piedi di Gesù, ancora una volta sceglie la parte migliore e per questo gesto ha bisogno di un profumo vero, prezioso, nel quale viene simboleggiato tutto il prezzo che possiede per Dio l’anima a lui donata.
Maria prende in abbondanza “trecento grammi di puro nardo, assai prezioso”, cosparge e asciuga i piedi di Gesù, anticipando ciò che lui farà a breve per i suoi discepoli. Con Maria finalmente l’amore è amato e vive.
Quest’amore così grande è capace di andare oltre la contestazione di Giuda: “Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?” Sì perché solo un amore così può resistere ad ogni insinuazione del maligno.
“E tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo”. L’amore ricevuto non si trasforma per Gesù in un possesso privato, ma diventa dono per tutti, presenza.
Questo profumo diventa Vangelo, annuncio di buona notizia che arriverà a tutto il mondo. È annuncio di una grande scoperta: di Colui che ci ama e ci amerà sempre; di Colui per il quale noi valiamo il dono del suo sangue, della sua vita; di Colui che è il tesoro per cui si deve essere pronti a vendere tutto; a “sprecare” le cose più preziose; di Colui con il quale vale la pena condividere la propria esistenza.
Maria è certa che nessuno può rubarle ciò che lei stessa offre in un amore senza misura.