IV Domenica di Quaresima Romana – Commento al Vangelo

Sr Serena Toigo| IV domenica di Quaresima, Rito Romano

 

Letture della IV Domenica

 

 

La parabola del padre misericordioso tratta il tema della “giustizia di Dio” contrapposta alla giustizia degli uomini.
Attraverso questa pagina di Vangelo possiamo fare esperienza significativa di come la misericordia sia una componente essenziale di Dio, chiave fondamentale per comprendere come il Suo amore per noi è segno di una paternità feconda che ci rende figli profondamente amati.

 

 

Chi ascolta e chi mormora

Pubblicani e peccatori si avvicinano a Gesù per ascoltarlo mentre scribi e farisei mormorano contro di lui, pronti a offrire sentenze frutto più di convenienza che di apertura e accoglienza. Quello che Gesù vuole fare, con il racconto della parabola, è testimoniare che il perdono autentico è frutto di un amore disinteressato che non fa calcoli, non chiede nulla in cambio; un amore senza condizioni, all’insegna della gratuità, portatore di salvezza.

 

 

Un padre aveva due figli

Nel racconto, oltre al padre, anche i due figli sono protagonisti.

 

Il figlio più piccolo va via, si perde, tocca il fondo e comincia una risalita che lo riporta a casa. Torna a casa perché ha perso tutto e ha fame, non perché si sente in colpa; torna aspettando una punizione che lo denigri da figlio a servo. Non pensa di ritrovare un padre, ma di consegnarsi a un padrone.

 

Il padre non ha ostacolato la decisione del figlio minore,  ha lasciato che sperimentasse la sua libertà dandogli la metà dei beni di famiglia, nonostante sia ancora vivo. Accetta che il figlio lo consideri già morto, ma non perde mai la speranza di ritrovarlo. Resta in eterna attesa fino a quando lo vede mentre era ancora lontano, e mentre il figlio cammina verso casa, lui gli corre incontro, non gli rinfaccia nulla, solo lo abbraccia. Non gli importa per quale motivo il figlio sia tornato, gli importa solo riaverlo con sé.

Perdere quel figlio è stato un dolore, ma l’amore è più forte. L’amore trasforma il dolore in una festa.

 

Il figlio maggiore invece non è mai andato via da casa, ha continuato la sua vita, il suo lavoro, ma il suo cuore è sempre stato distante: un cuore di servo più che un cuore di figlio, un cuore che subisce invece di amare. Non ha mai trasgredito una regola, ha sempre fatto il suo dovere ma non riesce a gioire del ritorno del fratello e si ribella alla reazione del padre, dimostrando una dimensione di infelicità coltivata nel corso degli anni. Al ripetuto invito a partecipare alla festa, si rifiuta di entrare nella casa in cui è cresciuto e che, in quel momento, sente come estranea. Stare nelle regole non gli è bastato per essere felice.

 

 

L’amore del Padre

La reazione del padre è sorprendente: avrebbe potuto obbligare il figlio a entrare, invece lo prega di cambiare idea, perché desidera che i suoi figli vivano non da servi ma da persone libere, gioiose, amate. Non è solo il figlio minore ad aver bisogno di aiuto, anche il maggiore ha bisogno di sentirsi amato, accolto, ritrovato.
Entrambi i figli devono riscoprire l’amore del padre, amore gratuito e senza condizioni, amore che cambia la vita.

L’amore del padre è l’amore di Dio. Dio è amore, solo amore: amore eccedente, che va oltre i calcoli umani, che ci chiede di poter entrare nelle nostre vite per mettervi radici forti e profonde; amore che ci conosce fin dall’eternità, che cura le nostre ferite più intime, misericordia che perdona in anticipo, prima ancora che possiamo parlare. Amore preveniente che ci circonda in un abbraccio, ricordandoci che il primato nella nostra vita non appartiene all’errore, ma all’infinita tenerezza di Dio.