Sr Graziella Curti | III domenica di Quaresima, Rito Ambrosiano
Siamo nel tempio di Gerusalemme e ancora una volta Gesù viene coinvolto dai giudei in una lunga discussione. Parole come libertà, verità, demonio, menzogna vengono richiamate da coloro che vorrebbero metterlo in trappola e farlo morire. È come un ozioso rincorrersi su un terreno pericoloso, un voler cogliere in fallo chi ha già proclamato più volte la propria identità di Figlio di Dio. Da parte del Maestro soltanto una chiara affermazione: “Prima che Abramo fosse, IO-SONO.
Presero allora pietre per gettarle su di lui. Ma Gesù si nascose e uscì dal tempio.
Il segreto della dimora
Al di là delle noiose chiacchiere dei giudei c’è una Parola, all’inizio del Vangelo di oggi, che splende come luce per chi vuole seguire il Maestro. È la Parola DIMORA. Piace molto a Giovanni che la coglie con emozione sulle labbra e nel cuore di Gesù: «Se voi dimorate nella mia parola, siete veramente miei discepoli e conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». Tale espressione, posta all’inizio della discussione nel tempio, sembra la segnaletica di quella narrazione sul Padre che è stata la vita di Gesù e che si contrappone alle domande vuote di chi si è accontentato di battere le mani al Maestro a seguito dei miracoli o lo ha distrattamente ascoltato quando ha proclamato le Beatitudini del Regno. Invece tutto si gioca nel rimanere, nello stare con Lui e il Maestro spiega che rimanere in lui significa “assumere la sua stessa mentalità, accettare la sua logica, il suo modo di vedere, di sentire, di percepire e soprattutto di amare”. Numerose costellazioni di stelle si illuminano nel Vangelo dove brilla la promessa dell’interiorità divina per chi decide di fermarsi, di sostare con Gesù.
Rabbì dove abiti? Ai primi due che lo seguono e vogliono sapere dove abita, risponde: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno dimorarono con lui. E ancora: dopo il racconto della samaritana, i concittadini giungono da Lui e lo pregano di dimorare da loro ed egli dimorò là due giorni. Molti di più credettero per la sua parola.
Gesù quindi dimora tra gli eretici e tra i peccatori: lì lo possiamo trovare e stare con lui tutto il giorno.
Nel discorso sul pane di vita Gesù dice: «Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui». L’Eucaristia è un’altra importantissima casa di Gesù in cui lo possiamo trovare ed adorare. Molti altri sono i momenti in cui Gesù ci comunica il suo indirizzo e ci invita a dimorare con Lui. Per trovarlo basta sfogliare il Vangelo, stare nella sua Parola. Allora tutti gli argomenti insidiosi dei giudei si sciolgono come neve al sole.
Possiamo concludere, secondo le parole di un esegeta contemporaneo, asserendo che “principalmente la dimora di Gesù è in noi e, reciprocamente, noi dimoriamo in lui.
Tramite il cibarci della sua carne e del suo sangue, tramite l’ascolto della sua parola. Tramite l’amore”.