Sr Serena Toigo | II domenica di Avvento, Rito Romano
Commento al Vangelo [Lc 1,26-38]
Il racconto evangelico dell’Annunciazione a Maria è un invito a guardare alla madre di Gesù come a una giovane e umile donna che affida al Signore il suo sì più importante con piena fiducia e abbandono. Maria, per questo, diventa modello di vita per tutti i cristiani e ci mostra la via per prepararci a vivere in pienezza il Natale che si avvicina.
La prima parola che Maria ascolta dall’angelo è: rallegrati. È l’invito di Dio per ogni sua creatura. Anche se viviamo tempi difficili in cui sembrano prevalere problemi e incertezze, il Signore ci chiede di non perdere la gioia, perché senza gioia la vita diventa più dura e difficile. Non si parla di una gioia fittizia, di un ottimismo forzato, ma dell’allegria interiore che nasce in chi affronta la vita con la consapevolezza di non essere mai solo, soprattutto nelle avversità. Un’allegria possibile in un cuore libero che desidera vivere in fraternità e comunione con tutti, soprattutto con gli emarginati e i sofferenti, perché il suo desiderio più grande è quello di rendere felice il prossimo.
“Il Signore è con te”, le dice l’angelo. Per Maria la fonte di questa gioia è la fede, la certezza che Dio la accompagna in ogni istante della sua esistenza. Una fede che diventa speranza, che si traduce in uno sguardo inedito e audace rivolto al futuro, rivolto alla vita.
E poi ancora… “Non temere”. Questo invito dell’angelo tocca ogni uomo nel profondo del suo essere. Spesso sono tante le paure che ci tolgono la pace: paura del domani, paura di soffrire, paura della morte, della solitudine, di non essere amati… La paura paralizza le nostre forze e ci impedisce di camminare. Per combattere il buio della paura abbiamo bisogno di luce. Maria, colei che “ha trovato grazia presso Dio”, ci insegna che la vera luce viene dall’amore del suo Creatore. Lei stessa ha sperimentato che credere in Dio non è una ricetta per far sparire magicamente l’oscurità dei nostri problemi quotidiani, ma è la forza, la luce che aiuta ad affrontarli e a non lasciarsi sopraffare da essi. Questa parola è rivolta anche a noi, perché la grazia e l’amore di Dio sono doni elargiti senza misura a tutti i suoi figli.
A noi, come a Maria, Dio affida una missione: accendere una luce nel cuore della notte. Siamo chiamati ad essere nel mondo portatori di speranza, a non lasciar spegnere la fiamma della fede che ancora oggi, in ogni parte della terra, continua a brillare nonostante le avversità. Dalle nostre case, dalle nostre comunità, possiamo essere lievito per una società più fraterna, capace di accoglienza e condivisione.
Natale non è una festa scontata: ci invita a credere che Dio nasce quotidianamente in noi, nella nostra vita di tutti i giorni. Una nascita povera, umile, come accadde a Betlemme, ma infinitamente reale.
Ogni giorno Dio ci invita ad accoglierlo nella nostra vita con bontà e tenerezza.
Ogni giorno, come nella notte di Natale, Dio si mette nelle nostre mani vulnerabile e indifeso, per donarci la vera luce, la vera pace.
Per dirci che Lui ha bisogno di noi.
Felice chi sente il desiderio di Dio: saprà accogliere con cuore credente e riconoscente la sua venuta sulla terra.
Così come è stato per Maria.