Sr Simona Bisin | III domenica di Avvento, Rito Ambrosiano
Commento al Vangelo [Lc 7, 18-28]
La terza domenica di Avvento, che vede ancora protagonista Giovanni Battista, ci aiuta a convertire il nostro sguardo e il nostro cuore al Salvatore che sta per venire e a comprendere l’importanza della figura di Giovanni Battista.
Prima di tutto mi piace sottolineare come in questo brano Gesù e Giovanni Battista si svelano, piano piano, reciprocamente.
Nella prima parte del Vangelo emerge un Giovanni Battista abitato da un dubbio atroce perché ciò che vede operare da Gesù (versetti precedenti al brano in questione) non corrisponde a quello che lui attendeva da tutta la vita. Spesso l’attesa dell’uomo è diversa dalla promessa di Dio. Per rispetto, o per timore, Giovanni non va direttamente da Gesù a chiedere chiarimenti, ma manda i suoi discepoli a porre la domanda che gli brucia nel cuore: “Sei tu colui che viene, o dobbiamo aspettare un altro?”
Gesù non si scandalizza del dubbio di Giovanni perché sa che fa parte integrante della sua fede, ma con l’azione, che richiama le Scritture dell’Antico Testamento, si manifesta nella sua misericordia e umiltà “…guarì molti da malattie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi”.
In questo modo Gesù spezza la falsa immagine vetero-testamentaria, cioè l’immagine di un Messia potente e severo, e da compimento alla Salvezza che consiste nell’accogliere Lui come misericordia che si prende cura e guarisce. In questa conversione di attesa ecco la sua affermazione: “Beato è chiunque non sarà scandalizzato di me!”
Nella seconda parte del Vangelo è Gesù che, dopo aver rivelato se stesso come “Colui che viene”, spiega alla folla chi è Giovanni Battista: egli è più che un profeta perché conclude il tempo della promessa iniziata con Abramo e che trova il suo compimento nella storia di Gesù. Gesù provoca la folla con una ripetuta domanda: “Che cosa siete andati a vedere nel deserto?” Cioè che cosa vedono i vostri occhi? Le cose essenziali o la superficie? Chi è questo uomo? Ed infine proclama Giovanni come il più grande “tra i nati di donna”, come colui che ha incarnato la parola del profeta Malachia con tutta la sua esistenza destinata a preparare la venuta del Messia. È questo che lo rende grande agli occhi di Dio! Giovanni Battista è la freccia che indica la strada per arrivare a Gesù, nostra salvezza. Solamente chi arriverà a Gesù potrà passare dalla realtà umana, di figli nati da donna, alla realtà divina, di figli di Dio, per cui “il più piccolo nel regno di Dio è più grande” del più grande nato da donna.
In questo cammino verso il Natale il Signore ci chiede di imparare a vedere, di operare un discernimento: quale immagine di Messia esiste dentro di noi? Cogliamo nella nostra vita che Gesù è misericordia che guarisce le nostre malattie, ridona la vista ai nostri occhi spenti e benedice la nostra vita soprattutto negli aspetti più faticosi? Sappiamo leggere i segni che Gesù opera nella nostra vita? Sappiamo accogliere umilmente la via indicataci da Giovanni per arrivare a Gesù, nostra salvezza?