9-11 febbraio. Giorni ricchi e intensi per Madre Chiara in visita alla nostra ispettoria. Per lei è un ritorno in una terra conosciuta, per noi un’accoglienza attesa.
Venerdì sera un caldo “benvenuta” dalle due comunità di Milano via Timavo e sabato mattina l’apertura della giornata con la celebrazione eucaristica presieduta da don Erino Leoni.
In mattinata il Consiglio ispettoriale: si mette in ascolto delle linee di cammino, dei progetti, delle difficoltà e offre preziose indicazioni carismatiche e concrete.
Nel pomeriggio l’incontro desiderato con tutte le Figlie di Maria Ausiliatrice, molte in presenza, altre, impossibilitate a muoversi, online.
Una suora rappresentante di ogni fascia di età di professione, divise per decadi, condivide con lei i sogni e pone domande. Madre Chiara, rispondendo e complimentandosi con simpatia per la difficoltà dei quesiti, non nasconde le fatiche del momento storico, ma anima ciascuna a viverlo con grande intensità. Ci invita a “vivere pienamente la nostra vocazione e la nostra missione in questo tempo con la stessa passione educativa con la quale siamo partite all’inizio della nostra consacrazione”.
Nel suo dialogo, riprendendo una questione posta da una sorella, “come vivere oggi un modello di comunità che sia più lieve, più leggera, con strutture meno pesanti, meno grandi, pensando soprattutto alle sorelle più giovani?”, offre questa risposta: “La storia ci sta spingendo a farlo, a creare comunità aperte. Condividere con i laici e i giovani è un sogno molto importante. I giovani lo hanno detto chiaramente, nel sondaggio fatto in preparazione al Capitolo Generale, rivolgendoci due richieste: ‘Siate FMA, vogliamo che stiate in mezzo a noi. La seconda è “non temete di aprire la vostra casa’”.
Di fronte ad alcuni autori spirituali che parlano di inverno della vita religiosa commenta: “Non vedo solo l’inverno, mi risulta che l’inverno custodisca i semi della primavera. E vedo che c’è la primavera”. E nelle sue parole l’abbiamo vista anche noi: germogli di un verde tenue che, quando ci si ferma e ci si guarda, si vedono crescere e il cuore si riscalda.
Ad una suora che chiede come far capire a tutte che è ora di partire, risponde che “essere pronti a partire è un processo spirituale di conversione personale e comunitaria. È un processo che non finisce. Dobbiamo essere disponibili a vivere la spiritualità dell’esodo. Se non c’è questo processo interiore non si va da nessuna parte”.
E partire oggi vuol dire fare delle nostre case opere profetiche. Come? “Le opere profetiche si pensano insieme. Se vogliamo che abbiano durata va condiviso il pensiero, la creazione, l’accompagnamento”. Sottolineando l’importanza dell’ìintergenerazionalità nelle nostre comunità ci regala una frase a lei cara: “Le radici devono avere fiducia nei fiori”.
Al termine, splendidi i ragazzi della Formazione Professionale di Cinisello che offrono e servono una ricca merenda.
E poi in fretta in Duomo per una preghiera nel cuore della città e per un saluto al Cardinale Martini.
La comunità di Milano Bonvesin l’aspetta per il vespro e la cena: un altro momento di fraternità e di gioia.
Domenica mattina, dopo l’eucaristia presieduta don Roberto Dal Molin, Madre Chiara incontra le direttrici e i consigli locali.
Ogni Direttrice presenta brevemente un germoglio che sta nascendo nella propria opera dopo il Capitolo Generale: quanta ricchezza nelle nostre comunità! È bello avere l’occasione di dare spazio a ciò che cresce, raccontarlo, sentirlo raccontare e ascoltare da Madre Chiara i suggerimenti per dare linfa a quei germogli.
Pomeriggio di domenica: incontro con i laici e i giovani.
Inizia con una carrellata di testimonianze che ancora una volta danno visibilità ai passi che l’ispettoria sta compiendo. Prendono la parola Giovanni Paolo, un alunno di Milano Bonvesin, tre docenti e formatori della Formazione Professionale, una famiglia che opera con i giovani non solo nelle nostre scuole ma anche nell’informale, la comunità vocazionale di Legnano, i consiglieri di pastorale giovanile delle FMA e degli SDB.
Al termine La Madre cita e commenta una frase di don Bosco: “L’essere in molti insieme accresce l’allegria, serve di incoraggiamento a sopportare le fatiche … uno comunica all’altro le proprie conoscenze, le proprie idee e così uno impara dall’altro. L’essere in molti che fanno il bene ci anima senza avvedercene (MB Vol. VII p. 602)”.
“È il nucleo da cui si è sviluppato il germe salesiano che ha coinvolto dall’inizio laici, giovani, il clero di Torino, altre personalità, altre vocazioni. Don Bosco ha valorizzato l’aiuto di tutti, da ciascuno ha imparato. Noi siamo chiamati come Comunità Educante a condividere la spiritualità salesiana e il segreto del nostro lavoro insieme parte da questo. I valori della spiritualità salesiana ci fanno crescere anche nella vocazione personale “
Ad aspettare l’assemblea fuori dalla sala ancora i ragazzi della Formazione Professionale che offrono una gustosa merenda preparata con le loro mani.
Madre Chiara conclude la giornata incontrando le FMA fino ai 15 anni di Professione, per un momento di gande familiarità, affetto e confronto. Dopo un giro di presentazioni, rilancia il dialogo domandando: “Sei allegra? E se non lo sei, come sei?”.
Noi siamo grate, allegre e riconoscenti per questi due giorni che hanno rinsaldato la comunione, hanno approfondito le radici, hanno dato energia al fuoco della passione carismatica.