– sr Simona Bisin FMA –
ESTER SPLENDENTE DI BELLEZZA
Ester è una giovane donna ebrea discendente della famiglia di Beniamino, che vive a Susa, capitale del regno di Persia, dove la sua famiglia preferì rimanere dopo la deportazione. Rimasta orfana, lo zio Mardocheo, funzionario amministrativo nel palazzo del re, si prese cura di lei come una figlia.
Quando il re Assuero, ripudia la regina Vasti, sua moglie, per un atto di disobbedienza di quest’ultima, Ester diventa regina al suo posto. Ester colpisce tutti per la sua grande bellezza che è segno della benevolenza di Dio nei suoi confronti.
La sua vita a corte scorre tranquilla fino a quando per gli ebrei residenti nel suo regno le cose si mettono male in seguito alle trame del perfido Aman, collaboratore del re, che lo convince a emettere nei loro confronti un decreto di sterminio.
Solo allora Ester capirà di essere responsabile del suo popolo e che il suo “trovar grazia agli occhi di tutti”, caratteristica che ha fatto di lei la prescelta, servirà a convincere il re della bontà del suo popolo rischiando la sua stessa vita.
Alcuni passaggi della storia…
Il banchetto di Assuero e ripudio di Vasti
Il grande re Assuero aveva sposato una donna di eccezionale valore e bellezza: la regina Vasti. Un giorno il re Assuero imbandisce un maestoso banchetto, della durata di una settimana, per guerrieri, dignitari di corte e nobili provenienti dai diversi territori dell’impero persiano. Anche la regina Vasti fa allestire un banchetto per le donne della reggia. Assuero, preso dall’ebrezza del vino, ordinò a sette eunuchi di condurre davanti a lui la regina per mostrare a tutti la sua bellezza. Ma la regina Vasti, donna di grande dignità, si rifiutò. Per questo suo rifiuto il re, su consiglio dei sapienti, emanò un editto secondo il quale Vasti non poteva più comparire alla presenza del re Assuero e il re conferiva la dignità di regina a un’altra migliore di lei.
Ester regina
I servitori del re Assuero ordinarono di cercare in tutto l’impero fanciulle vergini e belle perché tra esse il re potesse scegliere la futura moglie nonché regina. Tra tutte le giovani che arrivavano dalle varie provincie di Persia, la scelta cadde su Adàssa, cioè Ester. Ester va a vivere nel palazzo reale per prepararsi a diventare regina sotto le attenzioni amorevoli di Egài, servo incaricato della custodia delle donne. Mardocheo, che ogni giorno si preoccupa di avere sue notizie, l’ha ben istruita di non svelare la sua origine e l’appartenenza al popolo di Israele. Arrivato il tempo di presentarsi al re, Ester trova grazia e favore ai suoi occhi: viene incoronata regina del regno.
Decreto di sterminio dei giudei
Tutto scorre al meglio tra il re Assuero e la regina Ester, fino a quando due servitori del re, presi dall’invidia e dall’odio, tentano di ucciderlo. Mardocheo si accorge di ciò che sta accadendo e allerta la regina Ester affinché avvisi il re dell’imminente pericolo. Grazie a Mardocheo il re è salvo e i due malvagi vengono giustiziati.
Il re Assuero promosse Aman con un’alta carica e lo fece sedere al primo posto nei banchetti ordinando a tutti quelli che vivevano nel palazzo di prostrarsi davanti a lui. Mardocheo, fedele osservatore della legge di Dio, si rifiutò di obbedire all’ordine e, quando Aman se ne accorse, convinse il re a decretare lo sterminio di tutti gli ebrei dell’impero. La città di Susa cade nell’angoscia e con paura attende il giorno nel quale il decreto del re dovrà essere effettivo.
Intercessione di Ester per il suo popolo
Mardocheo, appresa la notizia, è profondamente turbato e, tramite un eunuco a servizio del re, informa Ester di ciò che sta accadendo. Mardocheo chiede ad Ester di intercedere presso il re in favore del suo popolo: è arrivato il momento di rivelare l’appartenenza a Israele, per salvarne la vita. Ester si trova di fronte alla terribile responsabilità di presentarsi al re, chiedere la revoca dell’editto contro di ebrei e, insieme, svelare la malvagità di Aman che nel frattempo aveva fatto costruire un palo alto 25 metri per impiccarvi Mardocheo.
Ester sa che chiunque si presenti al re senza essere stato prima chiamato è reo di morte, secondo le leggi che vigevano allora nell’impero persiano, e sa che l’unica speranza di salvezza per il suo popolo è che lei infranga questo divieto, a rischio della propria vita. Dopo tre giorni di digiuno, Ester si fa coraggio e si presenta al re che la accoglie con benevolenza.
Il banchetto di Ester
La regina Ester invita il re e Aman a un banchetto che lei stessa ha fatto preparare. Durante la festa il re esorta la regina ad esprimere il desiderio del suo cuore, ma lei rimanda la risposta al giorno successivo. Tutto fa parte di una strategia ben chiara. Solamente al momento giusto Ester svelerà il piano malefico di Aman per lei e il suo popolo. Colui che era l’accusatore ora si trova ad essere l’accusato. Il palo preparato per l’esecuzione di Mardocheo, adesso è usato per uccidere Aman.
La festa di Purim
L’editto contro i Giudei è revocato con un ordine che assegna a quel popolo un posto di onore nel regno di Assuero. Viene istituita la festa di Pûrîm per commemorare la vittoria e si raccomanda agli ebrei di celebrarla ogni anno.
Alcune riflessioni…
AMATA, CHIAMATA PER NOME
Mardocheo aveva allevato Adassa, cioè Ester, figlia di un suo zio, perché lei era orfana di padre e di madre. Adassa – Ester è indicata con il nome di Adassa che significa “mirto” ma anche “sposa”, un ramo sempre verde, una realtà cioè che trova il modo di tornare sempre a vivere, non appassisce. Il mirto congiunge gli opposti, sobrietà e temperanza.
Verrà poi indicata con il nome di Ester che in ebraico significa “nascondere” e in persiano “stella”. La sua vita è quella del seme nascosto che è trapiantato nella casa del re Assuero-Artaserse per fiorire a suo tempo. Dovrà quindi vivere un lungo tempo di nascondimento e una lunga e paziente preparazione: un anno intero le sarà necessario solo per presentarsi al re.
Stella perché avrà nel momento della necessità di rivelarsi come punto irrinunciabile di riferimento. Inoltre le stelle sono punto di orientamento. Quando il mondo si fa buio ci rimangono le stelle.
Questo indica anche le sue virtù, così come il mirto ha un buon profumo ma un cattivo sapore, Ester era dolce con Mardocheo ma amara con Aman, dolcissima con chi voleva il bene e amara con chi tramava il male. Ester è la donna che ha più nomi, ha più volti. Ella è un’orfana a cui si apre la porta del palazzo regale del trono. Senza genitori è come se fosse sradicata, una ragazza le cui radici sono tagliate, eppure sarà lei a dover garantire la sussistenza di Israele come popolo.
Anche noi scopriremo il nostro vero nome quando Qualcuno ci chiamerà con un nome nuovo, mai sentito e nel quale finalmente ci riconosceremo in modo integrale come non mai in tutta la nostra vita. Ester è flessibile, una donna di sua natura abituata ad adattarsi, è nata in una famiglia, viene trapiantata nella vita di Mardocheo, il quale la trapianta alla corte del re, lei si fa continuamente trapiantare. È un’icona di umanità in serena e decisa maturazione.
UN CUORE CHE PREGA E SI AFFIDA
Fattasi splendida invocò quel Dio che su tutti veglia e tutti salva, prese con sé due ancelle. Su una si appoggiava, l’altra le sollevava il mantello. Era rosea, il suo viso era lieto, ispirava benevolenza ma il suo cuore era oppresso dalla paura. Attraversate le porte si fermò davanti al re il quale era pieno di pietre preziose ed incuteva paura. Il re al culmine della sua collera la guardò, la regina cadde a terra in un attimo di svenimento. L’epifania di bellezza che traspare dal corpo di Ester, è preparata dal digiuno e questo passo che potrebbe essere letale, si incontra con le epifanie del re che appare bruciante di gloria. Ester nella piena consapevolezza della sua portata di essere regina, procede profondamente impaurita e proprio per questo assolutamente coraggiosa.
Il digiuno e la preghiera mettono Ester davanti all’abisso di quella solitudine creaturale che risveglia la cura di Dio che sempre dice “non è bene che l’uomo sia solo, gli voglio fare un aiuto”. Ecco il grande desiderio di Dio, essere nostro aiuto. Ester vive un grande combattimento interiore e la tensione insopportabile che deve sostenere nel mostrarsi esternamente sicura e serena mentre, interiormente, non ha nessuna sicurezza se non di essere nel giusto e di essere pronta a portare tutte le conseguenze della sua scelta.
Si può dire che è possibile riscoprire la propria umana essenziale fraternità solo nel momento in cui siamo inermi e consegnati. Possiamo chiederci, Ester quando è regina? Quando siamo realmente noi stessi? Quando ci rivestiamo di tutte le nostre apparenze e quando siamo ridotti all’osso?
Dipende dalla nostra consapevolezza del rischio, dalla capacità di mettere a rischio la nostra vita per qualcosa o per qualcuno che non ci garantisce della nostra sopravvivenza, ma ci garantisce della nostra verità. Dopo aver invocato il Signore Ester si sente rafforzata interiormente ed esteriormente appare radiosa nella sua bellezza, il suo volto rivela solo parzialmente la sua lotta interna.
Davanti a Dio la nostra regalità è il nostro essere polvere, la nostra debolezza è la cosa più amata dal nostro Creatore. Davanti agli uomini possiamo presentare la nostra nudità solo quando l’altro che abbiamo di fronte è in grado di accogliere la nostra umanità, come occasione di umanità. Significa arrivare a creare relazioni pure, autentiche, è il potere di mettere l’altro in condizione di potersi relazionare con più facilità per aprirsi alla relazione della verità.
È necessario dare all’altro il tempo di scoprire il mistero di chi ha di fronte fino a togliere amorevolmente il “velo della sposa”. Epifania e nascondimento diventano un dinamismo che caratterizza la vita e che permette al re di uscire dalla prigione della regalità per scoprirsi ed offrirsi come fratello” in umanità”.
Tutto ciò è preparato da Ester ma portato a compimento da Dio il quale volse a dolcezza l’animo del re.
LA DECISIONE CHE GENERA ALLA VITA
Ester ha la situazione ben chiara: sa che chiunque si presenti al re senza essere convocato rischia la morte, ma è anche consapevole che in questa situazione estrema può diventare il punto di appoggio per un salto della storia. È consapevole che l’azione di Dio passa attraverso il rischio dell’agire umano. Mardocheo è chiaro: “Chi sa che tu non sia elevata a regina proprio in previsione d’una circostanza come questa?”
Una volta chiarita la situazione, con un sano e forte realismo capace di chiamare per nome ogni cosa senza cedere alla presunzione di poter fare più di quello che si può realisticamente fare, si apre lo spazio per tentare di cambiarla, ma nella piena consapevolezza che tutto potrebbe essere vano e che le cose potrebbero anche andare persino peggio. Tutto con risolutezza ma senza eroismo, perché il successo non sarà garantito dall’esito, ma dalla disponibilità a rischiare il tutto per tutto.