INTRODUZIONE
Vogliamo vivere questo avvento sostenendoci alle “due colonne” che don Bosco ci ha indicato: Maria e l’Eucarestia. Ci lasceremo guidare da una Parola e da una testimonianza.
La parola: “Maria si alzò e andò in fretta” (Lc 1, 39), che ha guidato la Giornata Mondiale della Gioventù che abbiamo celebrato lo scorso agosto.
La testimonianza: il libro del Card. Francois-Xavier Van Thuan, intitolato “Cinque pani e due pesci”. Il Cardinale vietnamita è famoso per aver passato 13 anni nelle durissime prigioni del Vietnam e che racconta con le parole semplici ed efficacissime di questo libretto. Nella prigionia ha celebrato Messa usando il palmo della mano come calice e costruendosi con un pezzettino di legno e un filo “di fortuna” quella Croce Pettorale che avrebbe poi indossato sempre.
Maria è colei che per eccellenza è stata capace di lasciare a Dio la possibilità di fare della sua vita la Casa dell’Eterno, e la testimonianza del card. Van Thuan ci aiuterà ad approfondire il valore dell’Eucarestia.
Queste due colonne, tanto care al nostro carisma e così imprescindibili per la nostra fede, ci aiuteranno a prepararci al Natale di Gesù valorizzando la finalità del cammino ispettoriale di quest’anno: “Le nostre comunità educanti, trasformate dall’Eucarestia, si aprono al sogno di Dio: essere case aperte, feconde, gioiose”.
Seguiremo il calendario ambrosiano, pertanto inizieremo il cammino a partire da domenica 12 novembre 2023; ogni settimana pubblicheremo sul sito dell’ispettoria una breve riflessione a cura di alcune FMA e SDB, secondo lo schema che segue:
- Prima settimana – Maria si alzò
Vivere il momento presente – cap.1
- Seconda settimana – Maria andò
Discernere tra Dio e le opere di Dio – cap.2
- Terza settimana – Maria… in fretta
Ho scelto Gesù – cap.7
- Quarta settimana: Maria entrò
Il testamento di Gesù – cap.5
- Quinta settimana: Maria salutò
La preghiera, un punto “fermo” – cap 3
- Sesta settimana – Maria ringraziò
Maria, mia madre – cap. 6
PRIMA SETTIMANA
Vivere il momento presente
(Dal testo “Cinque pani e due pesci”)
Gesù, ieri pomeriggio, festa di Maria Assunta, sono stato arrestato.
Trasportato durante la notte da Saigon fino a Nhatrang quattrocentocinquanta chilometri di distanza
in mezzo a due poliziotti, ho cominciato l’esperienza di una vita di carcerato.
Tanti sentimenti confusi nella mia testa: tristezza, paura, tensione,
il mio cuore lacerato per essere allontanato dal mio popolo.
Umiliato, ricordo le parole della Sacra Scrittura:
«E stato annoverato tra i malfattori
– et cum iniquis deputatus est» (Lc 22,37).
Ho attraversato in macchina le mie tre diocesi, Saigon, Phanthiet, Nhatrang:
con tanto amore verso i miei fedeli,
ma nessuno di loro sa che il loro Pastore sta passando la prima tappa della sua Via crucis.
Ma in questo mare di estrema amarezza, mi sento più che mai libero. Non ho niente con me,
neanche un soldo, eccetto il mio rosario e la compagnia di Gesù e Maria.
Sulla strada della prigionia ho pregato: «Tu sei il mio Dio e il mio tutto ».
Gesù, ormai posso dire come san Paolo:
«Io Francesco, a causa di Cristo, ora sono in prigione
– ego Franciscus, vinctus Jesu Christi pro vobis» (Ef 3,1).
Nel buio della notte in mezzo a questo oceano di ansietà, d’incubo,
piano piano mi risveglio: «Devo affrontare la realtà».
«Sono in prigione, se aspetto il momento opportuno
per fare qualcosa di veramente grande,
quante volte nella vita mi si presenteranno simili occasioni?
No, afferro le occasioni che si presentano ogni giorno,
per compiere azioni ordinarie in un modo straordinario».
Gesù, io non aspetterò, vivo il momento presente, colmandolo di amore.
La linea retta è fatta di milioni di piccoli punti uniti uno all’altro.
Anche la mia vita è fatta di milioni di secondi e di minuti uniti uno all’altro.
Dispongo perfettamente ogni singolo punto e la linea sarà retta.
Vivo con perfezione ogni minuto e la vita sarà santa.
Il cammino della speranza è lastricato di piccoli passi di speranza.
La vita di speranza è fatta di brevi minuti di speranza.
Come tu, Gesù, che hai fatto sempre ciò che piace al Padre tuo.
Ogni minuto voglio dirti: Gesù, ti amo,
la mia vita è sempre una «nuova ed eterna alleanza» con te.
Ogni minuto voglio cantare con tutta la Chiesa:
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo…
Chi conosce un poco la storia del nostro Istituto non avrà potuto fare a meno di ricordare che le stesse parole che il card. Van Thuan rivolge a Gesù, sono state rivolte da Gesù ad una Figlia di Maria Ausiliatrice, Madre Clelia Genghini, in un tempo di profondo turbamento interiore.
Nella sua biografia leggiamo:
Un pomeriggio, rimasta sola nella chiesa di Nizza, essendosi la comunità già ritirata dopo l’abituale visita al SS. Sacramento, mossa da interno impulso, va dietro l’altare, sale i pochi gradini, e bussa leggermente alla porticina del Tabernacolo, bisbigliando a mezza voce: «Oh, Gesù, per la Tua presenza eucaristica, pel Tuo Santo Nome, per la Tua dolce Madre, dimmi una parola che rassicuri il cuore». E subito dal Tabernacolo si fa udire una voce «chiara, limpida, virile» a dirle: «Vivi il momento… vivilo in amore!». La misteriosa voce le scende fino in fondo all’anima, dissipando ogni ansietà e inondandola di pace soavissima. Tutto si rischiara e s’illumina nel suo spirito in modo meraviglioso. Sopraffatta, però dall’intensa commozione, quasi non crede a se stessa. Sì, ne è ben certa, la voce è risuonata in modo sensibile, così da non lasciare dubbio… ma non vi potrà essere forse qualcuno? Guarda, osserva fin in fondo alla chiesa… Nessuno!… Anche lì, dietro l’altare, il coretto dell’infermeria è deserto; ché a quell’ora le suore anziane e malaticce sono tutte ritirate a riposo. Dunque?! Il cuore trepido e confidente la sospinge di nuovo, con maggior ardire presso la dorata porticina; s’accosta e bussa ancora leggermente, chiedendo quasi tremante d’amorosa riverenza: «Gesù, se veramente la parola viene da Te… e se non Ti dispiace, deh, per Maria, per il Tuo Nome Santo, per il Tuo Sacramento tutto amore, non disdegnare di ripeterla ancora…». All’istante la stessa voce, ancor più sensibile di prima, esce dal Tabernacolo e fa udire, nel profondo silenzio della chiesa deserta, la divina risposta: «Vivi il momento presente … vivilo in amore!», Certa ormai d’una certezza assoluta, Madre Clelia s’inabissa nell’adorante preghiera di ringraziamento, meditando a lungo, sotto l’azione della grazia che la pervade tutta, la sapienza, la profondità e l’efficacia di quelle sacre parole. Descrivere l’arcana dolcezza dell’ora, è impossibile: nelle intime memorie, scritte solo per sé, ricorda: «Non più nitido chiarore, avrebbe portato fascio di luce in buia e vuota cella, né armonia soave avrebbe donato più gaudio a chiuso orecchio, riaperto in quel momento d’invocati suoni non terreni».
Questo stesso chiarore, che illuminò la cella del cuore di Madre Clelia, ha illuminato la cella buia e vuota della prigione del card. Van Thuan.
Ed è così che ci accostiamo all’inizio di questo tempo di grazia che è l’avvento. Ci sono circostanze nella vita di ciascuno che non scegliamo, eppure sono esse stesse delle annunciazioni che ci raggiungo lì dove siamo, nell’ordinarietà delle nostre occupazioni, nella semplicità nascosta e routinaria di ciò che ci è chiesto.
Ebbene, il modo migliore per attendere il Signore è domandarci che cosa lui si attende da noi, e la risposta è in queste testimonianze: che riempiamo di amore l’attimo presente, così come ci si presenta, appunto.
Come una mamma che attende la nascita del figlio che ha in grembo, e tutto vive protesa verso quel bimbo, tutto compie alla presenza di quel bimbo che c’è eppure che deve ancora nascere, così noi, ci accostiamo a questo tempo di grazia e di attesa riempiendo di piccoli atti di amore ciò che dobbiamo vivere e, di conseguenza, i luoghi che abitiamo (le nostre Case!), attimo dopo attimo, fino a veder nascere attorno a noi, inaspettata e fresca, nuova Vita nella vita degli altri.
Buon Avvento, di cuore!