– Don Ángel Fernández Artime
«Ancora una volta ho potuto constatare di persona, viaggiando nel mondo salesiano, che Maria Ausiliatrice – come promesso da don Bosco – è un faro di luce, un porto sicuro, l’amore materno di suo figlio e di tutti noi».
Cari amici di don Bosco, come faccio spesso voglio condividere con voi, in questo mese di maggio, un fatto che ho vissuto di recente e che mi ha toccato il cuore, e allo stesso tempo, mi ha fatto riflettere molto sulla responsabilità che abbiamo nei confronti della devozione a Maria Ausiliatrice.
Quando Mamma Margherita morì, don Bosco corse alla «Consolata», la chiesa di Maria Consolatrice. Con gli occhi pieni di lacrime, Giovanni riversò tutto il suo dolore e tutto se stesso, nelle braccia della “Consolatrice”, la più materna di tutte le madri: «Ora, io e i miei figli siamo senza madre sulla terra. Una mamma è indispensabile in una famiglia. Chi lo potrebbe fare se non voi? Vi affido tutti i miei ragazzi. Abbiamo bisogno di voi, Madre di Dio. Siate la nostra mamma, adesso e sempre…».
Tutta l’opera di don Bosco, presente e futura, fu così affidata alla Vergine Maria.
E la Madre celeste prese molto seriamente il suo compito. Ho potuto constatarlo di persona.
Una città salesiana
Alla fine di marzo, quando mi sono recato nuovamente in Perù, ho voluto visitare una città e una presenza salesiana molto significativa. Per diversi motivi.
Prima di tutto perché è chiamata dagli stessi abitanti del luogo “la città del caldo eterno” o anche “la città dove l’estate non finisce mai”, là certamente fa molto caldo e l’umidità la rende ancora più calda.
Ma allo stesso tempo è una città molto salesiana. Più di un secolo di presenza qui ha segnato lo spirito della gente con uno stile di relazione e di legami educativi molto familiare, molto semplice, insomma molto salesiano.
E soprattutto è una città molto mariana, e nell’orbita delle due presenze salesiane, molto devota a Maria Ausiliatrice.
Vorrei sottolineare il magnifico servizio educativo che è stato fornito fin dall’inizio della nostra presenza con la scuola Don Bosco e soprattutto, negli ultimi decenni, con l’opera salesiana di Bosconia, una presenza umile e bella in uno dei quartieri più periferici e più poveri, e dove, grazie all’impegno di tante persone (sia nella società civile sia nella Chiesa), e soprattutto grazie al carisma di don Bosco, questa parte della città continua a trasformarsi, dando opportunità di formazione professionale a centinaia di ragazzi e ragazze che non avrebbero avuto alcuna possibilità. Oggi escono da questa casa salesiana con una professione appresa, esercitata e formata per il mondo del lavoro. A Bosconia c’è persino un magnifico centro medico salesiano gestito da un ramo della nostra famiglia.
Una città mariana
Tutto è degno di nota, ma sono stato particolarmente toccato dalla profonda devozione a Maria Ausiliatrice. Quasi inaspettatamente – perché solo un paio di settimane prima avevo annunciato che mi sarebbe piaciuto venire a conoscerli – mi sono trovato alle 18 di un normale giorno feriale in mezzo a una folla di più di tremila persone, che si erano riunite per celebrare l’Eucaristia in onore della nostra Madre Ausiliatrice.
Ho visto centinaia di bambini e giovani con i loro genitori, decine e decine di ragazzi, ragazze e adolescenti dei vari oratori salesiani del luogo, insegnanti, educatori.
Il “caldo eterno della città” sembrava poca cosa rispetto alla fede, alla devozione, all’interiorità e alla preghiera, al canto e a tutto ciò che immaginavo riempisse il cuore di quelle persone, così come riempiva il mio.
Ancora una volta ho potuto constatare di persona, viaggiando nel mondo salesiano, che Maria Ausiliatrice – come promesso da don Bosco – è un faro di luce, un porto sicuro, l’amore materno di suo figlio e di tutti noi, suoi figli e figlie. È in definitiva la MADRE in cui ci abbandoniamo e che ci condurrà sempre al suo amato Figlio. L’ho visto anche a Piura.
Una famiglia tutta di Maria
E allo stesso tempo vorrei aggiungere un altro piccolo commento con una necessaria autocritica per tutti noi che siamo figli e figlie di don Bosco. Si tratta di questo: lo spirito di Dio arriva dove vuole e tocca il cuore dei suoi fedeli nel modo che solo lui sa fare. È il caso della devozione alla Madre del Figlio di Dio, ma ha sempre voluto contare su di noi, e la mia nota critica è che non in tutte le parti del mondo la Madre del Cielo, la nostra Madre Ausiliatrice, è stata fatta conoscere allo stesso modo, con la stessa intensità, con la stessa passione apostolica. Ci sono luoghi dove abbiamo sviluppato scuole, dove abbiamo fatto passi, dove abbiamo certamente servito il bene della gente, ma non siamo riusciti a farla conoscere e amare.
Questo sarebbe incomprensibile per don Bosco. Vi dirò che per me è altrettanto incomprensibile e inaccettabile. Perché, inoltre, se nella famiglia di don Bosco ci fossero persone che non fanno riferimento all’Ausiliatrice, sarebbero un’altra cosa, ma non sarebbero figli e figlie di don Bosco. Lei, la Madre, e la devozione all’Ausiliatrice come Madre del Signore e madre nostra non è facoltativa nel carisma salesiano, come non lo era per don Bosco. È, semplicemente, essenziale. «Maria SS. è la fondatrice e sarà la sostenitrice delle nostre opere, ripeteva continuamente don Bosco, Essa sarà larga con noi di doni temporali e spirituali, sarà la nostra guida, la nostra maestra, la madre nostra. Tutti i beni del Signore ci vengono per mezzo di Maria».
È mio vivo desiderio che lei, la Madre del Figlio prediletto, lei, l’Ausiliatrice, continui ad essere speciale in tutte le parti del mondo come lo è nella “città dell’eterno calore” (Piura-Perù).
Fonte: Bollettina salesiano