Mussolini. Il capobanda

-Angela Maiale-

 

Cazzullo in questo libro sostiene che gli italiani non conoscano davvero, e sino in fondo, Benito Mussolini e la portata reale del cumulo di nefandezze, quando non veri e propri crimini, anche contro l’umanità, dei quali si è reso responsabile.

Temo sia vero, i manuali di Storia, nel nostro Paese, sono tutti di orientamento politico, più o meno influenzati da religione e morale di tendenza, spesso riducono la portata reale degli eventi, o non disegnano un quadro d’insieme, poiché frammentano e sintetizzano, ma anche perché su quel periodo storico vige un tacito assenso delle parti ad una edulcorazione, e queste amene tecniche narrative hanno, nel corso del tempo, anestetizzato parecchie  coscienze.

 

L’associazione a delinquere a più livelli che fu il fascismo è uno degli eventi che ha subìto questa “ripulitura”; di conseguenza il massimo del giudizio critico che scaturisce su Mussolini è relativo “alla conclamata incapacità in politica economica”; molto diluita è la narrazione sulle leggi razziali, anche in Italia sono da considerarsi un crimine contro l’umanità, e non è per niente vero che le “poche” deportazioni effettuate da noi sono esclusivamente causate dalla presenza o alleanza tedesca; così come, in molti manuali, è spesso assente il riferimento a tanti altri crimini, se non il delitto Matteotti e, una tantum, quelli di Carlo e Nello Rosselli; di Gobetti, don Minzoni, Giovanni Amendola, della bastonatura a don Luigi Sturzo e tanto altro, anche di tanto precedente al 1938, mancano riferimenti.

Sarebbe inutile, sterile, noiosa l’elencazione dei crimini in un manuale di Storia? Non saprei dirlo, certo l’obiettivo della narrazione storica in un manuale non dovrebbe essere intrattenere. Comunque la narrazione tanto edulcorata non è una narrazione fedele del fenomeno, il riferimento ad alcuni episodi, come se, appunto, siano stati solo questo, è a dir poco fuorviante. L’uso delle parole, come sempre, ci mette il resto: “avversari politici, scontro tra ideologie opposte, posizioni ideologiche differenti, sinistra vs destra …” Mah!
Un crimine è un crimine, e non ci sono posizioni avverse che lo giustifichino, né che lo spieghino; nel linguaggio implicito di questa narrazione, anche se chi la sceglie non ha l’intento di giustificare, di fatto, implicitamente motiva la conseguenza come se fosse un logico automatismo tra avversari, e chi legge ci si abitua. Il vero crimine è spesso nella scelta del lessico, come anche nella scelta di glissare su alcuni accadimenti.

 

Etiopia (Abissinia), Libia, Eritrea, Somalia quarantamila vittime almeno, stragi di massa delle quali conserviamo scarsa consapevolezza, convinti forse che i fascisti siano solo andati in Africa a cantare qualche canzoncina razzista. Anche in conseguenza di quei gesti scellerati donne, uomini, anche preti e bambini dal Lazio alla Toscana subirono violenze indicibili dai marocchini coattati nell’esercito francese, e tantissimi tra loro si ammalarono gravemente e morirono, un altro regalo del Duce.

Cazzullo non calca la mano nell’elencazione di tutti i crimini riconducibili all’inventore del fascismo e, anche se talvolta si lascia andare a qualche giudizio di merito, basta la lettura di tutti i fatti narrati a presentare Mussolini come colui che ha avuto la sola grande capacità di costruire un perfetto sistema criminale, assolutamente funzionante in tutta Italia, basato su una totale repressione.

Non mancano, naturalmente, anche i riferimenti alle conquiste amorose, proprio per opporre alla narrazione trasversale che vuole Mussolini un conquistatore affascinante, in un periodo in cui le donne, in Europa ed oltreoceano andavano affermandosi dimostrando già da tempo notevoli capacità, questo fenomeno nostrano di misoginia già dal 1925 comincia a mettere limiti impedendo per legge alle donne italiane la partecipazione a pubblici concorsi per ruoli di dirigenza (negli uffici pubblici e nelle scuole); proibisce alle donne d’insegnare materie scientifiche nei licei e nelle università; nel 1938 fissa il tetto del 10% per l’assunzione delle donne sia nell’ambito pubblico che nel privato.
Stupro ed incesto non sono reati contro la persona ma derubricati a reati contro la morale; dal 1930 è ammesso il delitto d’onore secondo il quale si giustifica l’uccisione di donne che abbiano disonorato la famiglia; è ammesso il matrimonio riparatore, persino in caso di violenza fisica (la donna doveva accettare di trascorrere la vita con chi l’aveva aggredita); certamente non ci si poteva aspettare di meno da chi ha tradito per tutta la vita la moglie, chiesta in sposa “pistola alla mano”,  ordinato l’uccisione del marito della figlia preferita, rinchiuso in manicomio un’amante scomoda con il figlio da lei avuto e non riconosciuto.

 

Cazzullo non svela nulla di nuovo in questo libro, ha semplicemente messo insieme tutti i gesti criminali grazie ai quali Mussolini ha creato il suo personaggio, è andato al potere, è riuscito a mantenerlo per vent’anni, ha fatto precipitare un’intera nazione nella guerra mondiale e civile.

Questo libro ha il pregio di fare, tra quelli che nel corso del tempo hanno fornito una lettura chiara e completa di ciò che è stata la dittatura, chiarezza del ruolo che molti hanno giocato, a vario titolo, anche in appoggio alla dittatura; ma è anche un libro al quale si deve attribuire il merito di chiarire, a chi conosce poco di quella Storia, la menzogna qualunquista secondo la quale, a quei tempi: tutti gli italiani hanno taciuto, tutti gli italiani erano fascisti.
Non è mai stato vero. Non ci si deve mai stancare di dirlo, anche di ripeterlo.