«Sperimentare la presenza di Cristo risorto nella propria vita, incontrarlo “vivo”,
è la gioia spirituale più grande, un’esplosione di luce che non può lasciare “fermo” nessuno.
Mette subito in movimento e spinge a portare agli altri questa notizia,
a testimoniare la gioia di questo incontro. (…)
Il Signore ci spinge a uscire verso la luce, a lasciarci condurre da Lui
per oltrepassare la soglia di tutte le nostre porte chiuse.
È un’immagine significativa per la Chiesa.
Anche noi, come discepoli del Signore e come Comunità cristiana,
siamo chiamati ad alzarci in fretta per entrare nel dinamismo della risurrezione
e per lasciarci condurre dal Signore sulle strade che Egli vuole indicarci».
(Messaggio di Papa Francesco per la GMG 2023)
In questa Santa Pasqua, accogliamo con gioia le parole di Papa Francesco ai giovani per la prossima GMG. Le sentiamo rivolte anche a noi, come Comunità Educante, che educhiamo e accompagniamo i bambini, i ragazzi e i giovani, testimoniando la presenza del Risorto nella nostra vita.
Papa Francesco lo ha raccomandato alla Famiglia Salesiana: «Ai ragazzi si deve portare questa notizia bella, una notizia vera contro tutte le notizie che passano ogni giorno sui giornali e la rete. Cristo è veramente risorto, e a dimostrarlo sono stati Don Bosco e Madre Mazzarello, tutti i santi e i beati della Famiglia Salesiana, come anche tutti i membri che ogni giorno trasfigurano la vita di chi li incontra perché si sono lasciati loro per primi raggiungere dalla misericordia di Dio» (Prefazione di Papa Francesco al volume “Evangelii gaudium con don Bosco”, a c. di A. Carriero, Elledici 2019).
La gioia del Risorto ha pervaso e animato la vita dei nostri Santi, a partire da Don Bosco. Lo ha sottolineato anche il Papa, nella stessa prefazione: «Voi salesiani siete fortunati perché il vostro fondatore, Don Bosco, era un santo… da “domenica di Pasqua”. Era sempre gioioso, accogliente, nonostante le mille fatiche e le difficoltà che lo assediavano quotidianamente. “Il suo volto raggiante di gioia manifestava, come sempre, la propria contentezza nel trovarsi tra i suoi figli” (Memorie Biografiche XII, 41). Non a caso per lui la santità consisteva nello stare “molto allegri”. Possiamo definirlo quindi un “portatore sano” della “gioia del Vangelo”». È stato davvero un uomo pasquale che ha vissuto l’intera sua vita, con e per i giovani, sotto il segno della Pasqua!
Come non pensare alla gioia di Don Bosco la domenica di Pasqua del 1846 quando, con i suoi ragazzi, iniziò l’oratorio a Valdocco, celebrando la Messa sotto una misera tettoia: un posto semplice e povero dove raccogliere i suoi ragazzi, dopo più di quattro anni di sfratti.
Secondo la testimonianza di don Francesia, uno dei ragazzi di allora: «Quando don Bosco visitò per la prima volta quel locale, che doveva servire per il suo oratorio, dovette far attenzione per non rompersi la testa, perché da un lato non aveva che più di un metro di altezza; per pavimento aveva il nudo terreno, e quando pioveva l’acqua penetrava da tutte le parti». Ma don Bosco era felice e corse a dare la notizia ai suoi ragazzi: «Corsi tosto da’ miei giovani; li raccolsi intorno a me e ad alta voce mi posi a gridare: – Coraggio, miei figli, abbiamo un Oratorio più stabile del passato; avremo chiesa, sacrestia, camere per le scuole, sito per la ricreazione. Domenica, domenica, andremo nel novello Oratorio che è colà in casa Pinardi. – E loro additava il luogo. Quelle parole furono accolte col più vivo entusiasmo. Chi faceva corse o salti di gioia; chi stava come immobile; chi gridava con voci e, sarei per dire, con urli e strilli».
Il primo oratorio ha subito molte trasformazioni nel tempo, per diventare sempre più casa accogliente per tutti i ragazzi. «Quell’umilissima origine dove il carisma salesiano, ispirato dallo Spirito Santo, ha messo radici, oggi ci ricorda che la Risurrezione del Signore ha trasformato e trasforma tutto. Sta a noi, con la nostra libertà, fare di questa Umanità una realtà come Dio l’ha “sognata” per noi» (Rettor Maggiore, Don Fernández Artime Ángel).
Continuando a realizzare il sogno di Don Bosco e di Madre Mazzarello, che hanno donato la loro vita per la felicità dei giovani, per condurli a Cristo, anche noi ci sentiamo chiamati, come afferma Madre Chiara Cazzuola nel suo augurio pasquale, «ad annunciare che Gesù è Risorto e con Lui tutto ha un senso, una ragione, una speranza».
È questo il mio augurio per una Santa Pasqua di Risurrezione!
Suor Stefania Saccuman