Io mi fido di te

da | 17 Ott 2022 | Libri

Storia dei miei figli nati dal cuore
Luciana Littizzetto, MONDADORI

Ogni pianta ha il suo tempo,
che non coincide con quello degli altri.

 

Ancora una volta lo stile è quello riconoscibilissimo della Luciana comica e umoristica, anche se in questo libro non leggiamo una delle sue filippiche ma un monologo, di quelli ai quali ci ha abituato quando propone uno spettacolo in teatro.
Il monologo è pressoché interiore; il lettore non individua subito se l’autrice si rivolga a lui oppure ai suoi figli, Vanessa e Jordan, magari con la scusa di scrivere proprio per un fantomatico “lettore” estraneo alla vicenda.

La mia sensazione è che sia proprio così: la mamma si rivolge ai figli attraverso il classico “interposta persona”, quasi lo schema della donna-specchio usata dal Nostro sommo e infinitamente noto ai più.

 

Ma perché questa formula?
Sicuramente perché tutte le madri fanno almeno due/tre cose per volta, ed anche l’autrice, come mamma, lo sa bene:

cucinano e ascoltano i figli per l’interrogazione del giorno dopo, mettono in ordine l’armadio e contemporaneamente selezionano i vestiti da eliminare, intanto che accompagnano i figli a fare sport o catechismo fanno la spesa settimanale e tornano in tempo a prenderli per non farli aspettare … quindi niente di strano, soprattutto perché così, l’autrice, raggiunge contemporaneamente il triplo obiettivo di raccontare la propria esperienza, riepilogare a se stessa il cammino che la sua famiglia ha fatto in questi anni, rivolgere ancora una volta ai figli un messaggio d’amore.

 

I genitori sono gli esseri viventi che più si stancano! Ha ragione Thomas Fuller. Quanto è vero. Ma è anche vero che non tutti quelli che hanno figli sono davvero genitori; non è certo mettere al mondo un figlio che ti rende tale nel vero senso della parola, poiché è dall’atto del generare in poi che inizia il percorso più faticoso: proteggere, accompagnare ed aiutare nella crescita.

Una bellissima vignetta di Quino faceva dire a Mafalda una battuta memorabile: quando la mamma le intimava di fare ciò che le ordinava, rimarcando “perché lo dico io che sono tua madre!”, Mafalda rispondeva “e che sarà mai, ci siamo diplomate lo stesso giorno”!

 

Infatti madri e figli si diventa insieme, cammin facendo, non esistono risposte pronte e adatte a tutte le domande, anche a quelle che sono sempre le stesse, dato che non sono le stesse le persone e le vite che han vissuto e, come ha imparato l’autrice:
…“ogni pianta ha il suo tempo che non coincide con quello degli altri”.

 

Questo libro è il racconto di un’esperienza uguale a tante altre ma unica allo stesso tempo: i figli nati dal cuore. I figli in affido.

L’espressione è quanto mai adeguata, anche se tutti i genitori potrebbero dire che i propri figli sono stati generati innanzitutto da una scelta d’amore; così come, anche chi ha generato un figlio sa perfettamente che gli è stato dato in affido, non è un’esclusiva, una proprietà…
potremmo essere d’accordo, ma i figli in affido ed in adozione forse sono ancor più generati dal cuore che gli altri.

 

Dare un peso all’amore o fare una classifica lascia il tempo che trova, neanche il libro ha questo fine ma, sicuramente, si propone di dare incoraggiamento a tutti quei genitori che hanno camminato o camminano per alcuni tratti del loro percorso con i figli, lungo una strada di ostacoli ed inciampi, del resto nessuno crede che esistano percorsi lineari e senza difficoltà in questo ambito, in qualsiasi modo i figli siano arrivati nella vita dei genitori.

 

“Tutte le cose sono difficili, prima di diventare facili”; ovvio!

No, non lo è per niente, poiché le cose non diventano facili solo perché scorre un po’ di tempo, o in modo automatico, lo diventano grazie all’esercizio, anche della pazienza, del silenzio al momento giusto, grazie alla buona pratica, anche quella della parola adatta pronunciata al momento giusto, del sostegno incondizionato, dell’incoraggiamento…

“La vita è corta ma, – in compenso -, è larga”:
c’è spazio per condividere tanto e con tanti, per dare e ricevere, per accogliere, per comprendere, ed incontrare tanti che ti comprendono.

 

Nessuna ricetta, nessuna soluzione, nessuna risposta, in questo libro la storia di un’esperienza unica, come tante, forse come tutte; e da questo la conferma che la scelta di accogliere è sempre certezza di ricevere, è un rischio, è un salto nel buio, una strada in salita, e chi più ne ha ne metta… ma non lo sono forse tutte le scelte fatte per amore?

 

L’unico errore che possiamo fare probabilmente è:
non scegliere, star fermi, inamovibili ai cambiamenti, come se poi fosse davvero possibile non dare scossoni di cambiamento alla propria esistenza; alle volte affrontare una scelta di accoglienza fa paura, del resto è anche vero che essere genitori non deve essere un obbligo:

– e se non fossi in grado? –, è legittimo pensarlo e del resto, all’inizio, nessuno lo è, può bastare sentire il bisogno di fare del bene a sé e agli altri come motivazione per scegliere di essere genitori? Chissà. Naturalmente non esiste la risposta, può essercene una, e non sarà adeguata per tutte le situazioni.

 

Questa storia di famiglia non racconta successi o fallimenti, racconta un’esperienza di fiducia in cui tutti hanno avuto una bella opportunità che ha riempito d’amore le loro vite.

Anche non scegliere è una scelta, la scelta di non fare niente ma…
“Piutost che nient, lé mei piutost!”.

 

Angela Maiale