“Amata e chiamata”: radicata in questa verità sulla persona umana, Madre Mazzarello ha saputo incarnarla nel vissuto di ogni giorno, imparando a corrispondere al dono d’amore di Dio facendosi dono sincero di sé alle sorelle e alle giovani.
Scrive Giovanni Paolo II nella Mulieris Dignitatem, 18 “L’uomo, sia il maschio che la femmina, è l’unico essere nel mondo che Dio abbia voluto per sé stesso: è una persona, è un soggetto che decide di sé. Al tempo stesso l’uomo non può ritrovarsi pienamente se non mediante un dono sincero di sé”.
E suor Eliane A. Petri in “La Santità di Maria Domenica Mazzarello”, pag. 315 scrive: ”Vivendo con radicalità e libertà il dono dei consigli evangelici Maria Domenica comprese che Dio è capace di riempire di senso e di gioia la vita (castità); si rivela come l’unica ricchezza che veramente conta e le fa sperimentare la gratuità del suo amore ( povertà); la espropria della sua volontà e dei suoi progetti personali perché faccia della sua vita un dono e la metta a servizio degli altri in una particolare missione (obbedienza)”.
Alla luce di queste realtà vitali, coltivate e vissute da M. Domenica nell’ordinarietà dei giorni, emerge una particolare figura di donna capace di far crescere, secondo il disegno di Dio, una comunità di donne consacrate, chiamate a dare vita al sogno di D. Bosco: “Fondare un Istituto femminile destinato all’istruzione delle fanciulle e a coadiuvare i salesiani nella loro missione”. (Cronistoria I, 179)
Maria Domenica diviene così animatrice di una comunità che realizzerà la sua missione educativa con un particolare spirito: “Lo Spirito di Mornese”, che costituirà il volto femminile del carisma salesiano secondo lo stile del sistema Preventivo.
Ci domandiamo: quale volto di donna emerge in Maria Domenica animatrice di Comunità?
Donna umile: consapevole del suo essere creatura che riceve tutto da Dio, accolto come unico assoluto della sua vita, per cui tutto il resto diventa secondario. Questa realtà interiore le permette di crescere nella verità e nella schiettezza, cioè nella limpidezza, senza pieghe, in continua tensione d’amore verso il centro unificatore della sua vita, crescendo nella verità con sé stessa, con Dio, con gli altri.
È un atteggiamento che la predispone a coinvolgere tutte le sorelle nell’animazione della Comunità, dando loro fiducia, nella certezza che in ognuna c’è una particolare luce dello Spirito Santo per il bene di tutti.
La prima conferenza settimanale
“Dal 15 settembre, prima domenica dopo la partenza di monsignor vescovo, la vicaria ha cominciato a mettere in pratica l’articolo delle Regole che prescrive la conferenza settimanale alla comunità. Si è perciò introdotta con la sua abituale umiltà, dicendo che non solo lei, povera vicaria, doveva mandare innanzi la casa secondo la Regola e i desideri di don Bosco, ma che ciascuna delle sorelle doveva e poteva esserle di aiuto e di consiglio; e che perciò ognuna doveva e poteva manifestare le proprie vedute ed opinioni, affinché tutto potesse procedere meglio in ogni senso. Da un tale principio di fraterna libertà e filiale apertura di cuore, è naturale che ciascuna le manifesti quel che sente in sé o avverte intorno a sé; ed è in questo modo che suor Maria può rendersi conto di quanto si svolge dentro e fuori della casa, servendosene per il bene di ciascuna e di tutte.” (Cronistoria II, pag. 11)
Donna innamorata di Gesù Cristo il solo che aiuta a fare la verità di sé, ad aprirsi alla bellezza e alla creatività della grazia.
Scrive Giovanni Paolo II in MD, 5: “La grazia non mette mai da parte la natura né la annulla, anzi la perfeziona e la nobilita”
- M. Domenica animava le sorelle a vivere per il Signore, coltivando nel quotidiano un cammino di fedeltà.
“La Madre, passando nel laboratorio o nelle camerate, domandava come a Mornese: — Per chi lavori? Qualcuna alle volte le rispondeva: — Lavoro per Suor… — nominando quella che le aveva assegnato il lavoro. Ed ella, come se non avesse capito: — Male, male, cara mia; lavora per Gesù, Ricordati, sai? che devi sempre lavorare solo per il Signore.-“ (Maccono II, 162)
“Noi dobbiamo avere il cuore attaccato a Dio solo e non dobbiamo mai permettere che si attacchi alle cose o alle persone, perchè Dio solo può renderci contente e felici”. (Maccono II, 164)
- Curava molto la vita spirituale ispirando nel quotidiano la confidenza in Dio, Padre Provvidente e in Maria Ausiliatrice.
“Quando scorgeva qualcuna disgustata — depose Madre Petronilla — le diceva: “Andate davanti a Gesù Sacramentato, esponete le vostre pene, i vostri bisogni con semplice confidenza, parlando anche il linguaggio (dialetto) del vostro paese, come fareste col padre e con la madre, e state sicure che otterrete la grazia che desiderate, se sarà di vostro vantaggio …Esortava anche a dire al Signore ciò che ci detta il cuore, preferendo questo alle preghiere che sono sui libri, perché, diceva, quelli sono sentimenti d’altri; invece quando dite ciò che vi detta il cuore, esprimete i sentimenti vostri”. (Maccono II,187)
- Voleva una vita interiore fervente, ma senza troppe esteriorità: si legge nella Cronistoria, I vol. pag.26, relativamente al “Primo mese mariano al collegio:
“Nessuna novità, nessun aumento di preghiere: dalla levata del mattino all’ultimo respiro prima di addormentarsi, tutto è compiuto con maggior purezza di intenzione, con esattezza e puntualità…”
- Formava le suore con la forza dell’esempio, sostenuto da una fede quotidianamente alimentata dalla preghiera, dall’accoglienza, dalla sottomissione alla volontà di Dio, dall’intensa vita sacramentale e dalla vita di carità dentro le situazioni in cui Dio le chiedeva la sua libera risposta al suo amore.
- Amava e incarnava lo Spirito delle Costituzioni.
“Considerava quale perfezione del santo Vangelo le Regole e Costituzioni date alle Figlie di Maria Ausiliatrice dal Santo Fondatore e ne raccomandava l’esatta osservanza più che con la parola con l’esempio; (Maccono II,185)
- Una sua tipica virtù: la fortezza. Deposero due religiose:
Sant’Agostino dice: ≪ La fortezza è un amore che sostiene e sopporta facilmente ogni cosa per Iddio ≫…
…La sua lotta non fu solo nei grandi contrasti, ma in quelle piccole contraddizioni, noie e seccature d’ogni giorno, anzi d’ogni momento, le quali, pur essendo piccole, ma continue, eccitano facilmente l’animo all’impazienza e all’irritazione. (Maccono II, 177)
Donna prudente: Depose don Cerruti:
≪ Aveva, direi, il dono del giudizio. Ho conosciuto poche persone che avessero tanto criterio direttivo, soprattutto per la direzione spirituale, quanto la Serva di Dio Maria Mazzarello. Aveva poche parole e non sempre secondo grammatica, ma uno spirito di prudenza, di giudizio, di criterio veramente raro ≫. (Maccono II, 238)
Donna appassionata, testimone coinvolgente di carità, dal cuore di madre; donna tessitrice di fraternità e costruttrice di rapporti sereni e profondi.
La persona al centro: ogni sorella si sentiva da lei personalmente accolta, ascoltata, stimata, amata.
Era disponibile sempre e ovunque, valorizzava ogni luogo e ogni momento per il colloquio.
“Ricordano le suore che ogni tempo, ogni luogo, il mattino, la sera, il prato, il giardino, il corridoio, come la camera, era buono per esporle i propri bisogni. E ricordano ancora che in questi rendiconti era molto discreta, segreta e riservatissima…
Non faceva domanda che riguardasse l’interno della coscienza, e se qualcuna, per la filiale confidenza che aveva, si avanzava a parlargliene, essa prudentemente l’interrompeva dicendole:
≪Vedi, di questo è meglio parlarne al confessore: parlane con lui e poi sta’ a quello che ti dirà ≫”. (Maccono II, 165-166)
Madre attenta alla concretezza della vita, premurosa nella cura dello stato di salute delle suore:
“Per la salute usava il metodo preventivo, perchè le suore non si ammalassero; procurava loro vitto più abbondante e sostanzioso, secondo che comportava la povertà dell’istituto e diceva nella conferenza: ≪Chi ha bisogno di maggior nutrimento, non abbia vergogna di dirlo. L’Istituto è povero, ma cercheremo di provvedere e la Provvidenza non ci mancherà ≫.
Secondo i bisogni che scorgeva nelle suore, le cambiava di occupazione o concedeva maggior riposo o qualche svago. (Maccono II, 122-123)
Madre misericordiosa.
Scrive sr Petri: “Con la sua presenza saggia, attenta e premurosa, e con una maternità spirituale segnata dalla misericordia, Maria Domenica Mazzarello ha saputo fare della comunità di Mornese- un’oasi di misericordia- dove suore e giovani hanno potuto fare esperienza dell’amore e della tenerezza di Dio e rispondere alla chiamata del Signore”. (La santità di Maria Domenica Mazzarello, 322).
Donna dal cuore apostolico
Alla radice della sua missione di animatrice c’è il desiderio di formare una comunità animata da spirito missionario: essere comunione per la missione.
Madre devotissima di Maria
Maria Domenica considerava la Madonna la vera superiora della comunità e questo atteggiamento di fondo le dava serenità e pace nel vivere i diversi momenti della giornata, sostenendola nelle situazioni più difficili e delicate. Ogni sera deponeva ai piedi di Maria le chiavi della casa.
“La santa mornesina visse la missione educativa ed ecclesiale nella consapevolezza di essere una semplice “vicaria” della Madonna. Attesta Eulalia Bosco: «Sempre chiamò Maria Ausiliatrice la superiora della casa, dicendo di se stessa che era una semplice Vicaria, ed alle suore che mandava a dirigere le varie case della congregazione, soleva dire: “Ricordati che la Direttrice è la Madonna”». Ad una comunità che faticava ad accettare la nuova direttrice Maria Domenica Mazzarello rivolse l’invito a considerare la direttrice come se fosse la Madonna”. (La santità di Maria Domenica Mazzarello,268)
La profonda umanità di Maria Domenica e la sua fiducia in Maria la rendono donna libera, intraprendente, disponibile al servizio, aperta alla speranza.
Un suo tipico dono riconosciuto ai processi di beatificazione e canonizzazione è quello del discernimento.
“Cagliero depose: «Io poi la conobbi dotata dello spirito di previsione, di senso spirituale squisito ed elevato, della grazia di discernimento e scrutazione dei cuori sino a indovinare le inclinazioni, le interne lotte e la buona o cattiva riuscita di vocazioni »” ( Maccono II, 246)
Conclusione
Madre Mazzarello fu quindi sapiente animatrice di comunità perché donna innamorata: innamorata di Dio e della persona umana. Donna concreta, creativa, capace di irradiare nel quotidiano le sfumature dell’amore. Donna che visse cuore a cuore con Gesù e quindi donna capace di comunicare efficacemente la passione di Dio per ogni creatura.
“Sotto la sua guida si era formata a Mornese una comunità profondamente radicata in Cristo, una comunità non perfetta, ma pellegrina verso la comunione, cioè una comunità con le sue vicissitudini umane, intreccio di limiti e risorse, e al tempo stesso una comunità costruita dallo Spirito, dove le sorelle si amavano intensamente e cercavano i segni della presenza di Dio nel quotidiano.”
(La santità di Maria Domenica Mazzarello, 323)
Con la sua testimonianza di vita Maria Domenica Mazzarello seppe dare un volto a quella verità vissuta e proclamata dalla nostra ex- allieva Maria Cristina Cella Mocellin: “È veramente l’amore che fa girare il mondo”.
Suor Armida Spada, FMA