Lo stile di accoglienza e di aiuto che i salesiani adoperano in ogni circostanza è concretizzazione della loro fede e del loro carisma.
In ogni rifugiato accolto, in ogni convoglio di aiuti inviato, in ogni raccolta fondi o iniziativa di solidarietà realizzata, i Figli di Don Bosco hanno a cuore solo il farsi prossimi, come novelli samaritani, a chi è ferito dalla vita. Ecco perché, mentre si stanno adoperando con tutte le loro energie nell’attuale emergenza che ha colpito la nazione ucraina – un’emergenza davvero senza precedenti, con circa 4 milioni di profughi in cinque settimane di guerra – restano sempre attivi su tutti gli altri fronti umanitari in cui possono dare il loro contributo.
Mentre, infatti, proseguono a pieno ritmo le attività in Ucraina, nei Paesi limitrofi e in tutte le realtà salesiane del mondo, per accompagnare a aiutare la popolazione vittima della guerra scatenata dal regime russo, al tempo stesso il coordinamento generale salesiano per la risposta all’emergenze fa presente che sta portando avanti anche altre campagne e iniziative in risposta alle altre necessità.
Ad Haiti, un Paese che negli ultimi anni è stato flagellato dalle calamità naturali, il recupero dall’ultimo terremoto dell’agosto 2021 è stato lento, e permane una grande instabilità sociale e politica. Ma i salesiani della Visitatoria “Beato Filippo Rinaldi” (HAI) non stanno a guardare e grazie anche agli aiuti ricevuti in spirito di solidarietà salesiana, recentemente hanno inaugurato dei corsi di formazione a breve termine nel settore edile, che permetteranno a giovani uomini e donne di trovare lavoro nel settore e di contribuire alla rinascita del Paese attraverso la ricostruzione delle case crollate.
Anche nelle Filippine Sud (FIS), colpite sul finire dell’anno scorso dal tifone Rai/Odette, procedono le attività: i lavori di ripristino delle case colpite e le operazioni di soccorso alla popolazione danneggiata da quell’evento stanno facendo faticosi, ma significativi avanzamenti.
E la recente ripresa degli scontri nel Sudan del Sud ha generato un nuovo, enorme flusso di rifugiati in Uganda. I salesiani, attivi con varie opere in entrambi i Paesi, e pienamente inseriti anche nel campo profughi di Palabek, non sono affatto indifferenti e fanno tutto quel che è in loro potere lavorando sempre su più fronti: assistenza umanitaria, sostegno psicologico, morale e spirituale, progetti educativi e di formazione per la risposta di lungo periodo.
E di fronti di attività portati avanti dai salesiani se ne potrebbero citare ancora molti altri…
“Mentre ci concentriamo sulla guerra in Ucraina, non dimentichiamo minimaente i nostri fratelli e sorelle in queste tragedie. In ognuna di queste i nostri confratelli sono stati colpiti e sono coinvolti nell’aiutare le vittime” ha tenuto a precisare don George Menamparampil, Responsabile del coordinamento generale salesiano per la risposta all’emergenze.
Fonte: infoans