Alberto Pellai Barbara Tamborini
2021 – Strade blu Mondadori
Un viaggio breve nel mondo delle emozioni che si presenta come un vero e proprio percorso per la loro corretta gestione ma serrato, intenso.
Gli autori, i quali anche in altre occasioni hanno scritto a quattro mani, attingono alle esperienze accumulate negli anni della loro pratica professionale, ed anche a quelli della loro intesa vita coniugale per spiegare, con esempi sempre calzanti, come fare per non considerare allo stesso livello di un tunnel senza fine il percorso delle nostre relazioni e delle emozioni che le caratterizzano.
Pellai e Tamborini ci forniscono suggerimenti, anche pratici, per gestirle e viverle in serenità affinché impariamo ad evitare che alcune di loro ci facciano sentire del tutto schiacciati quando ci assalgono durante la vita.
Ritornano sovente le analogie del tunnel e della gabbia per spiegare quanto il nostro atteggiamento rispetto ad emozioni e stati d’animo possa diventare un vero e proprio luogo fisico, in grado di condizionare, contenendola, la nostra capacità di espanderci con pensieri, azioni e reazioni; veniamo di fatto condotti ad assumere un atteggiamento positivo verso noi stessi, gli accadimenti della nostra vita, le decisioni da prendere, la relazione con gli altri.
Sembra incredibile come, con tutto il progresso che la nostra società ha fatto in termini di conoscenza e consapevolezza nell’azione ed interazione sociale, la gestione delle emozioni sia ancora, molto più spesso di quanto non si creda, un vero ostacolo e, alle volte, addirittura un tabù.
L’impostazione del libro è quella descrittiva – analitica attraverso l’utilizzo di un linguaggio che non è volutamente per “addetti ai lavori”; la descrizione – analisi di ogni emozione e stato d’animo é accompagnata da esempi vissuti che vengono, di volta in volta, selezionati tra i casi che gli autori hanno affrontato per motivi professionali; a corollario molti riferimenti con noti film che vedono protagonisti personaggi in balìa di emozioni che li dominano in modo pressoché totale.
Affrontare le emozioni negative, saperle governare, vivere e superare correttamente é l’esperienza fondamentale da fare per poter dire di essere effettivamente adulti, cresciuti e maturati; ma essere considerati adulti, e sentirsi effettivamente tali, non sempre sono la stessa cosa: è la consapevolezza di sé, l’onestà intellettuale di sapersi dire la verità che rende ognuno di noi davvero cresciuto e capace di valutare onestamente, con obiettività, il proprio mondo interiore.
La gestione dell’ansia, dello stress, della paura, dei traumi infantili o di quelli dell’età adulta, delle fobie… tutto questo spesso ci travolge, alle volte crediamo, molto sinceramente, di essere capaci di venirne a capo, di riuscire davvero a gestirle, ma non è detto che, poi, sia davvero così o lo sia fino in fondo.
Con un linguaggio diretto e chiaro il disvelamento di cause ed effetti ci indica anche il percorso che il nostro cervello pensante ed il nostro cervello emotivo compiono, alle volte anche uno all’insaputa dell’altro, per veicolare, gestire e vivere le emozioni nel corso della nostra vita.
Sul piano dell’educazione dei giovani ad una vita serena, in cui le emozioni sono corollario di armonia e non fonte di disagio, è dedicata particolare attenzione all’innamoramento, alla sessualità, mai disgiunte le une dalle altre. Chi vive nel mondo della scuola sa come e quanto, principalmente negli ultimi anni, sia necessario guidare i ragazzi alla serena consapevolezza verso sesso e sentimenti ma, soprattutto, quanto lavoro si debba fare per colmare pesanti vuoti emotivi e conoscitivi lasciati dai genitori, sempre meno capaci di vivere essi stessi con serenità le relazioni.
Il bisogno di comprendere e conoscere la sfera dei sentimenti, da parte degli adolescenti, è direttamente proporzionale sia alle esperienze che hanno vissuto in famiglia attraverso l’affettività espressa dai genitori, sia alle esperienze vissute tra di loro e con gli amici.
La scuola e gli educatori devono intervenire in maniera oramai sistematica, e in base anche a richiesta sempre più pressante, ad affrontare la vera e propria ansia di conoscenza degli scolari, spesso fuorviata o disillusa: si riscontrano infatti, e sempre di più, vuoti non colmati, sia per ignoranza emotiva e culturale o per tabù ma anche, molto spesso, conseguenza di dolorose esperienze di fallimento emotivo e/o coniugale dei genitori come coppia.
Forme di inibizione culturale, religiosa, emotiva, spesso impediscono ai genitori di vivere serenamente emozioni in famiglia o di aprirsi a parlarne schiettamente con i figli per affrontarle, non solo attraverso la vita vissuta e la trasmissione che scaturisce dall’esempio affettuoso, ma anche sul piano razionale; la scuola si è fatta garante di una formazione dell’uomo, oltre che del cittadino, in modo da educare e formare ad una conoscenza davvero consapevole. In quei casi la scuola deve intervenire non più a completare in modo armonico la formazione, ma deve sostituirsi a figure importanti per colmare un vuoto o reindirizzare la conoscenza.
Pellai e Tamborini affrontano il nodo educativo come essenziale per imparare a vivere serenamente con se stessi, e correttamente con gli altri; ecco perché la sfera emotiva non è un fatto privato di ognuno di noi, ma ha una ricaduta determinante nella sfera pubblica in cui interagiamo con gli altri poiché è con l’altro da noi che trascorriamo gran parte della nostra esistenza.
Dare un senso alla nostra vita, in fondo, significa proprio riuscire a trovare un equilibrio di serenità che ci soddisfi; significa riuscire ad accendere, in modo spontaneo e sereno, una luce di equilibrio nel tunnel delle relazioni, in modo da governare il vulcano che contiene tutte le nostre emozioni, quel vulcano che è dentro di noi e, se mal gestito, può distruggerci.
Angela Maiale