Di Jesus Colina
Svetlana Kasyan non è una cantante di opera qualunque. Russa e cristiana ortodossa, ma cresciuta in Georgia e Kazakistan, oggi viaggia il mondo cantando le arie dell’opera più famose. Uno dei più grandi fan di questo soprano di 37 anni, è Papa Francesco, che ha già incontrata otto volte dal loro primo incontro nel 2013.
Il loro ultimo incontro, l’11 gennaio, è durato quasi un’ora ed era presente anche suo marito, Leonid Sevastianov, che è presidente dell’Unione Mondiale dei Vecchi Credenti, un ramo dell’ortodossia russa. La cantante russa e suo marito hanno colto l’occasione per presentare al Papa il primo album solista di Svetlana, una composizione dal titolo evocativo: Fratelli Tutti, in riferimento all’enciclica del Papa pubblicata nell’ottobre 2020. La cantante e suo marito raccontano a I.MEDIA il loro sorprendente rapporto con il pontefice argentino.
Come è nata l’idea di fare un album su Fratelli Tutti?
Svetlana: L’idea per questo album è stata di mio marito. Io volevo cantare solo le arie dell’opera lirica più importanti, ma lui ha detto che sarebbe interessante fare qualcosa di più. In uno dei vari incontri con Papa Francesco lui mi aveva detto che dovevo cantare per il mondo e per la pace nel mondo. Quindi da lì è nata l’idea di fare tante canzoni di provenienze diverse in un solo album. Infatti sono 14 brani in 14 lingue diverse.
Cosa rappresenta per lei questo album?
Svetlana: Questo album è un po’ come una compilazione dei momenti della mia vita. Sono nata a Georgia, poi quando è cominciata la guerra siamo andati in Kazakstan. Poi sono andata a studiare a Mosca e adesso abito qui in Russia con la mia famiglia. L’album quindi contiene canzoni di tutti questi paesi. Ma anche di altri, come la Cina e il Giappone, dove ho avuto un grande successo. E poi anche è rappresentata ovviamente l’Italia, che adoro ed è come una seconda casa per me. Per me i più grandi compositori vengono dall’Italia : Puccini, Verdi, Giordano, Catalani. Ho cantato anche del tango argentino con la canzone “La Cumparsita”.
Cosa vi ha attratto degli insegnamenti di Fratelli Tutti?
Svetlana: Che noi siamo tutti fratelli, non dipende da dove sei, di che religione sei, dipende solo dalla tua anima, i tuoi pensieri, la tua vita e cosa fai. Secondo me questo è molto importante e dato che sono una cantante lirica è quello che ho cercato di mostrare nel mio album. La musica ha questa forza. Io sono una cantante russa ma canto in giro per il mondo, in Germania con un repertorio tedesco, in Italia con un repertorio italiano, etc. Puoi sentire una bella canzone giapponese e non sapere le parole ma puoi comunque sentire e capire qualcosa di profondo senza badare alla politica, o ad altro.
Leonid: Nei nostri incontri con il Papa abbiamo anche parlato di questo. Di come si può comunicare con le persone in un modo che va oltre la nazionalità o la religione, trovando legami e linguaggi comuni che uniscono invece che dividono, come la musica e la cultura. Quando Svetlana canta il Requiem di Verdi per esempio, la gente che ascolta non pensa che lui è cattolico, o ortodosso, o di un’altra religione, ma ascolta la profonda spiritualità che appare attraverso l’opera.
Come ha reagito il Papa quando gli avete presentato l’album?
Svetlana: Lui era contento! Ha trovato molto interessante l’idea di questo album, che rifletteva quello che lui ha detto ovvero che siamo tutti fratelli. Infatti abbiamo anche parlato della guerra e cosa succede alle povere persone nel mondo dopo una guerra. Io ho visto la guerra da vicino, nella mia infanzia in Georgia. Era un periodo difficile per la nostra famiglia perché mia madre era da sola con tre piccoli bimbi. Io so che cosa è la guerra.
Leonid: Il Papa ci ha anche parlato della cultura vera come la ricerca della bellezza e che quindi unisce. Lui ci diceva che gli artisti sono molto importanti perché non hanno questa mentalità di divisione e si concentrano su quello che è bello. Svetlana rappresenta una storia che unisce. Penso sia per questo che Papa Francesco ha scelto di comunicare attraverso la musica e con Svetlana. Lui capisce come una persona come lei può unire. Poi a lui piace molto come canta Svetlana, speriamo un giorno venga all’Opera di Roma, sarebbe una cosa bellissima.
Perché hai deciso di dedicare questo album al Papa?
Svetlana: L’energia di Papa Francesco può darti una forza incredibile. Lo volevo ringraziare per tutto ciò che lui ha fatto, che lui mi ha detto e che ho ricevuto da lui. Per me come artista, ma anche come persona semplicemente, era un grande onore ricevere tanto da lui. Credo che la mia interpretazione di Tosca al Teatro Comunale di Bologna a gennaio infatti sia andata bene perché l’ho fatta dopo aver visto il Papa. Dopo un incontro con lui mi sento come se potessi fare mille interpretazioni e come ha detto un critico, cantare con una forza come se avessi tre microfoni solo per me.
Leonid: Lui è veramente sorprendente. Incontra questa semplice donna che non è neanche cattolica e parla con lei come parla ai suoi cardinali o come un’amica. Non c’è gerarchia con lui.
Pensi il Papa potrebbe venire in Russia?
Svetlana: L’ho invitato a venire in Russia, sarebbe un sogno vedere il Papa qui un giorno. In questo periodo però è difficile con il Covid-19 e la pandemia.
Leonid: Lui ci ha fatto capire che vuole molto venire e che lui apprezza specialmente la cultura russa. Abbiamo parlato soprattutto di questo, non della religione. Ci ha detto quanto apprezza Dostoyevsky e la letteratura russa.
Fonte: Aleteia