Il posto degli uomini

da | 13 Dic 2021 | Libri

Aldo Cazzullo, Mondadori 2021
– Dante in Purgatorio dove andremo tutti –

 

“I nostri nemici finiranno all’Inferno; le nostre mamme in Paradiso;
ma a noi un po’ di Purgatorio non lo leva nessuno”.

Che bella questa frase del sagace Cazzullo; questo scrittore sa sempre offrirci un punto di vista interessante anche su ciò che pensavamo di sapere, su riflessioni che avevamo già fatto e letture che avevamo già letto. Le mamme si salvano perché ci danno la vita ed il loro spirito di sacrificio è totale; Cazzullo ci fa riflettere anche su come e quanto nella nostra società, forse più che in passato, le donne siano vittime degli uomini e quindi, questi, non solo devono espiare ma devono riflettere, senza essere distratti dal dolore per la punizione come accadrebbe all’inferno.

 

Continua il viaggio dello scrittore di Cuneo lungo i percorsi della Divina Commedia: il primo passo con il primo libro tra i dannati all’Inferno, tra coloro che son persi, senza speranza, ma cercando di capire le loro ragioni, il contesto storico che li ha portati a scelte a volte atroci, attraverso il criterio usato da Dante nel condannarli.

Qui il secondo passo, verso il Purgatorio, il “non posto”, quel luogo che non è eterna condanna ma neanche salvezza, il posto dell’attesa; Dante ne parla forse tra i primi al mondo, dato che fu istituito nel 1274, a pochi anni da che egli venne al mondo; oggi è stato  eliminato, noi contemporanei non sappiamo più aspettare, il tempo dell’attesa è importante invece, ci prepara, ci fa capire che dobbiamo stare concentrati lungo il percorso, quello non è certamente tempo perso, mah! Chissà Dante cosa ne avrebbe pensato di questa eliminazione. Ecco perché, invece, Cazzullo ci ripropone quello dantesco, perché dopo l’attesa della fine della pandemia, ognuno di noi ha fatto il proprio percorso verificando quanto sia stato capace di “saper aspettare” il momento per tornare a vedere le stelle, come dice Dante.

 

I personaggi che Dante mette in uno stato di attesa sono particolari, Cazzullo ce li spiega, non sono intensi come i dannati, ma non meno struggenti come Sapìa, invidiosa, alla quale gli occhi sono cuciti o Pia dei Tolomei, altruista, delicata.

Alcuni significativi momenti ci fanno comprendere il senso del titolo di questo libro secondo il quale il Purgatorio è il posto degli uomini, dove andremo tutti, egli dice, perché anche il migliore di noi ha bisogno di riflettere su se stesso e guadagnarsi la salvezza… “Meglio sapere per tempo quel che ci aspetta. Dante stesso pensava di finirvi da morto, nel girone dei superbi…” dice Cazzullo.

 

La disperazione dell’Inferno lascia il posto ad un senso di malinconia, perché qui il tema non è la morte eterna, ma la speranza che ammanta l’attesa; il Purgatorio è il confine che si può valicare, non in modo automatico, ma solo dopo aver fatto un percorso dell’anima, così da arrivare a Dio, in questo modo non ci si trova al suo cospetto di colpo, ci si arriva; quest’attesa procura una felicità che è data da una vera consapevolezza, quella che serve ai maschi, secondo Cazzullo, soprattutto a quelli dei nostri tempi.

 

Due momenti della vita del Poeta sono significativi nel Purgatorio:
finalmente l’incontro con Beatrice, la musa ispiratrice del percorso dell’anima di Dante, e l’Addio ad un amico, ad un Maestro, la parte che preferisco:

il Maestro ti segue, ti prepara, ti indica la strada, ti fornisce gli strumenti affinché tu possa proseguire da solo; colui che al Maestro si affida impara il metodo, soprattutto, ed il legame lungo la strada si salda, la relazione si fa di affettuosa premura e, quando finalmente arriva l’agognato momento, l’addio è, però, struggente, per entrambi. Il Maestro si immalinconisce nell’Addio a chi prende la propria strada e non farà più ritorno, come un figlio che lascia la casa dei genitori ed inizia da solo il cammino della vita; è il momento di gioia che caratterizza anche l’addio degli alunni al proprio insegnante alla fine di un ciclo di studi insieme: non si vede l’ora di proseguire in altra strada  e verso altre esperienze, ma la sensazione è quella di lasciare un caro amico.

 

Cazzullo torna ad indicarci non solo il Dante dell’impegno morale ma anche civile; qui, infatti, troviamo l’invettiva terribile all’Italia “Ah serva Italia, di dolore ostello …” ed è molto bello il parallelismo introdotto da Cazzullo che ci propone dei modelli dei nostri tempi, modelli di Cittadinanza, Servizio, Civiltà:

il professor Giovanni Bachelet assassinato dai terroristi durante gli anni di piombo in Università, davanti ad una sua studentessa che poi avrebbe dedicato la propria vita all’impegno politico, Rosy Bindi; oggi anche il figlio del professore è un modello di civiltà, anche per non essere un portatore di rancore verso gli assassini del padre; il papa morto dopo poco più di un mese di pontificato, Albino Luciani… ed altre figure di uomini che sembrano portare sulle spalle le colpe del mondo.

Sicuramente questo libro non svela al letture nulla di nuovo, l’obiettivo dello scrittore è ricondurci, come una brava guida di virgiliano esempio, lungo la strada della memoria e della riflessione da fare senza fretta, in attesa che arrivi per ognuno il momento della consapevolezza.

 

Angela Maiale