di Philip Kosloski
San Giovanni Paolo II credeva che le Olimpiadi potessero essere una fonte di ispirazione per la nostra vita spirituale, incoraggiandoci a mirare alla perfezione
Ogni quattro anni, il mondo si lascia affascinare dalle Olimpiadi, ammirando la perfezione fisica che ogni atleta ha raggiunto.
San Giovanni Paolo II era un grande fan delle Olimpiadi, che riteneva offrissero grandi lezioni spirituali. Nel suo messaggio agli sportivi per il Giubileo del 2000, indicava le Olimpiadi come incoraggiamento per tutti noi nella nostra vita spirituale:
“Nelle recenti Olimpiadi di Sidney abbiamo ammirato le imprese di grandi atleti, che per giungere a quei risultati si sono sacrificati per anni, ogni giorno. Questa è la logica dello sport, specialmente dello sport olimpico; ed è anche la logica della vita: senza sacrifici non si ottengono risultati importanti, e nemmeno autentiche soddisfazioni”.
Il Pontefice citava poi San Paolo, che indicava gli atleti come modello di vita spirituale:
“Ce lo ha ricordato ancora una volta l’apostolo Paolo:
“Ogni atleta è temperante in tutto; essi lo fanno per ottenere una corona corruttibile, noi invece una incorruttibile” (1 Cor 9,25). Ogni cristiano è chiamato a diventare un valido atleta di Cristo, cioè un testimone fedele e coraggioso del suo Vangelo. Ma per riuscire in ciò è necessario che egli perseveri nella preghiera, si alleni nella virtù, segua in tutto il divino Maestro”.
Guardando le Olimpiadi e riconoscendo la notevole forza fisica degli atleti, guardiamo la nostra vita e vediamo come poter imitare il loro esempio, dicendo con San Paolo:
Ho combattuto il buon combattimento,
ho finito la corsa,
ho conservato la fede. – 2 Timoteo 4, 7
Fonte: aleteia