Passi, pace e passi ancora

Sembra quasi un controsenso: in questo tempo di lockdown, divieti, chiusure, di “zone rosse” i Vangeli della Pasqua raccontano di grandi movimenti, di innumerevoli passi, di gente che corre, di importanti incontri e di inviti ad andare.

Quanti passi ha compiuto Gesù in questo cammino verso la sua Passione e Resurrezione, non solo quelli dolorosi sulla strada del Calvario, ma anche quelli amorevoli per recarsi alla casa degli amici di Betania, quelli festosi per entrare in Gerusalemme, quelli drammatici verso l’orto degli ulivi, quelli silenziosi nei falsi tribunali dei Giudei e dei Romani! Quanti passi!

E poi ancora!

 

Dopo il “fermo immagine” di quel santo venerdì, inchiodato a quella Croce di salvezza – dove a muoversi era un amore inarrestabile – e il silenzio sospeso del sabato, “sigillato” nel sepolcro muto, ecco di nuovo il succedersi di altri passi.

I passi di chi va triste alla tomba e torna colmo di gioia e di stupore; i passi di chi corre per toccare con mano, i passi di chi racconta di incontri che non possono essere trattenuti…

E i passi di Gesù, con quei piedi segnati dalle ferite dei chiodi, segno incancellabile del dono totale di sé; Gesù che, di nuovo, ancora una volta, fa il primo passo e va dai suoi fratelli per dare loro coraggio, per riaccendere la fede, per portare la pace nei loro cuori spaventati, tristi e delusi, per dire che non c’è amore più grande di chi dà la vita per i propri amici! “E voi siete miei amici!”.

Passi che portano la Pace, passi che superano le barriere, i muri, le incertezze e che mandano!

 

Sì, perché noi possiamo anche andare alla casa degli amici, possiamo salire al Calvario, possiamo recarci al sepolcro, ma se Cristo non ci viene incontro, la nostra fatica è vuota; se tutto non parte dall’incontro con Gesù, non sapremo dare la vita, se non è Lui a inviarci ai fratelli e alle sorelle, non sapremo oltrepassare la soglia delle nostre stanze e non potremo portare Lui nel nostro annuncio.

Abbiamo bisogno che i passi di Gesù attraversino le nostre porte, entrino nelle nostre case e portino la sua Pace, la pace che lenisce le ferite e dà coraggio, la pace che ha il sapore della fraternità e insegna a perdonare, a ricominciare, anche a dare la vita; la pace che invita ad andare ad annunciare a tutti la gioia che ci abita!

Ecco il mio augurio, in questa Pasqua di Resurrezione! Lasciamoci incontrare dal Risorto, mettiamo i nostri passi nei suoi, lasciamoci colmare della gioia del suo amore che vince la morte e usciamo dai nostri cuori chiusi e appesantiti, muoviamo anche noi i nostri piedi, pure se stanchi e feriti, per rischiare la bellezza di riconoscerci “fratelli tutti” e di essere portatori della Pace che riaccende la Speranza!

Auguri di cuore!

 

Sr Maria Teresa Cocco