Domenica di Pasqua

Domenica di Pasqua
4 aprile 2021
Vangelo di Giovanni 20, 11-18
Commento di suor Antonia Franzini, FMA

 

È già Pasqua, ma nessuno lo sa ancora. Il Signore è già vivo e risorto, ma noi, come Maria di Magdala e i primi testimoni della resurrezione, ancora lo dobbiamo riconoscere. Ciò che nel profondo desideriamo è già presente nella nostra vita, solo ne dobbiamo diventare sempre più consapevoli. L’Apostola degli Apostoli, come la definisce Papa Francesco, sembra ancora vivere gli avvenimenti del Venerdì Santo benché sia domenica anche per lei.

 

Donna, perché piangi?

È così presa da questo dolore che alla domanda di quei due sconosciuti che stazionano davanti alla tomba di Gesù, lei confida tutta la sua angoscia. Cerca il Signore della Vita in una tomba ed è pure disposta ad andarlo a prendere pur di riaverlo, pur di possederlo, pur di ritrovare quella gioia, quella felicità, quel senso profondo dell’esistenza che aveva assaporato incontrando, nella sua vita un po’ disordinata, il Nazareno.

A Gesù stesso che le pone la medesima domanda, Maria mostra tutta la sua intraprendenza nel ritrovare il suo Signore… E Lui è proprio davanti a lei, ancora non lo riconosce perché il suo sguardo e la sua intera vita è rivolta ancora verso il buio di una tomba vuota e non riesce a vedere i segni di vita e di resurrezione che si aprono intorno a lei.

È già Pasqua e ancora non se ne rende conto.

 

Chi cerchi?

Quando ci si imbatte nella domanda di Gesù: Chi cerchi? La mente e il cuore vanno alle parole che San Giovanni Paolo II rivolse ai due milioni di giovani radunati a Tor Vergata per la GMG del 2000.

“In realtà, è Gesù che cercate quando sognate la felicità; è Lui che vi aspetta quando niente vi soddisfa di quello che trovate; è Lui la bellezza che tanto vi attrae; è Lui che vi provoca con quella sete di radicalità che non vi permette di adattarvi al compromesso; è Lui che vi spinge a deporre le maschere che rendono falsa la vita; è Lui che vi legge nel cuore le decisioni più vere che altri vorrebbero soffocare. È Gesù che suscita in voi il desiderio di fare della vostra vita qualcosa di grande…”

Maria cerca tutto questo e, quando si sente chiamata per nome, riconosce il Risorto, riconosce il fine ultimo della sua affannosa ricerca.

 

Maria!

La vocazione di ogni persona si schiude alla vita vera quando ci si sente chiamati, quando ci viene riconosciuta la nostra storia, quando ci sentiamo profondamente amati e Qualcuno ci consegna la nostra identità più vera, più profonda. È allora che compiamo lo stesso gesto di Maria, che sentendosi chiamata si volta verso chi sta pronunciando il suo nome.

L’azione di Maria, il suo voltarsi, che nel vangelo di questa domenica di Pasqua è citato due volte, è il segno della conversione, indispensabile per incontrare il Risorto. Quando volge lo sguardo verso Gesù, Maria ne diventa testimone credente e credibile. Ora non può trattenerlo come un preziosissimo oggetto smarrito e recuperato. Ora, con la sua vita lo deve rendere visibile e raggiungibile a tutti.

 

Ho visto il Signore!

Ecco che Gesù invia Maria Maddalena ad annunciare il Vangelo. Questa missione che fino a quel momento era esclusiva prerogativa degli angeli, annunciatori appunto delle cose di Dio, viene affidata una donna che, in quanto tale, non avrebbe potuto all’epoca neppure studiare la parola del Signore e discuterne in pubblico.

Lei, dunque, è la prima annunciatrice del vangelo che racconta partendo da quello sguardo e quel nome pronunciato che le ha fatto dire: Ho visto il Signore!

Diceva nella veglia di Pasqua del 2020 Papa Francesco:

“Il buio e la morte non hanno l’ultima parola. Tu, Signore, sei con noi nel buio delle nostre notti: sei certezza nelle nostre incertezze, Parola nei nostri silenzi, e niente potrà mai rubarci l’amore che nutri per noi. Ecco l’annuncio di Pasqua”.

 

Queste parole ripercorrono l’esperienza di Maria di Magdala, di ogni discepolo e di ogni uomo che cerca di comprendere in profondità ciò che la vita con i suoi eventi talora oscuri e tremendi riserva.

Ora è Pasqua anche per lei; l’augurio e la preghiera è che sia Pasqua anche per ciascuno di noi.