5^ Domenica di Pasqua
2 maggio 2021
Vangelo di Giovanni 15,1-8
Commento di suor Patrizia Colombo, FMA
“Senza di me non potete far nulla”. (v5)
Appena letto questo brano di Vangelo, subito il mio pensiero si è fermato su questo versetto: “Senza di me non potete fare nulla”. Credo sia il potere e la ricchezza della Parola di Dio per cui, ogni volta che la accostiamo e che invochiamo lo Spirito Santo perché ci guidi ad ascoltarla, ci rivela qualcosa di nuovo, di diverso, di adatto a noi, qui ed ora.
È un brano ricchissimo questo, quanti spunti su cui si potrebbe meditare per ore, persino “troppa” Parola di Dio, tanto che il rischio è di perdersi nei ragionamenti, nella riflessione, nei collegamenti! E allora, semplicemente, mi fermo su un breve versetto che a me ha richiamato una frase che don Bosco ripeteva spesso, come ci ricorda il Rettor Maggiore don Ángel Artime:
“«Io ho sempre avuto bisogno di tutti» diceva spesso Don Bosco. Lui passerà tutta la vita a chiedere aiuto a centinaia e centinaia di persone. Non ha mai chiesto per sé, ma sempre per i suoi ragazzi. E allo stesso tempo credeva fortemente nella Divina Provvidenza, ed è per questo che si muoveva instancabilmente di porta in porta”.
(Bollettino Salesiano, nov. 2020).
È l’idea che da soli non si va da nessuna parte, la consapevolezza che abbiamo bisogno gli uni gli altri. Per quanto possiamo essere dotati, intelligenti, geniali, forti… da soli non andiamo da nessuna parte. Ci ha pensati così Dio Padre, siamo a sua immagine e somiglianza e Dio stesso è comunione, è Trinità.
Noi abbiamo bisogno gli uni degli altri e abbiamo bisogno di restare uniti a Gesù, per evitare di crederci onnipotenti, per evitare di cadere nella tentazione di pensare che le cose, il mondo, le situazioni e le persone dipendano esclusivamente da quanto siamo bravi noi e, soprattutto, per fuggire dal pericolo di portare gli altri a noi stessi e non all’incontro con Cristo.
“Ho sempre avuto bisogno di tutti”, diceva don Bosco, riconoscendo che siamo legati gli uni agli altri e che se uno sta bene, tutti ne beneficiano; se uno soffre, tutti ne soffrono, proprio come i tralci della vite. E solo così possiamo portare frutto, rimanendo legati gli uni agli altri, lasciando che la vita scorra in ogni singola parte, in ogni singolo uomo.
“Ho sempre avuto bisogno di tutti”, ma, soprattutto, “abbiamo tutti sempre bisogno di Dio” nella nostra vita, altrimenti siamo rami secchi.
E Gesù infatti ci dice: “Senza di me non potete fare nulla” e magari a qualcuno può sembrare persino presuntuoso, quando, invece, è una limpida lettura della nostra realtà di esseri umani. Ma la cosa interessante è provare a ribaltare questo versetto, rigirarlo al positivo, e allora tutto assume un tono diverso, e allora si vede l’altissima dignità di cui Gesù ha voluto investirci: “Con me potete fare tutto!”.
È per noi un atto di fede e di umiltà insieme: riconoscerci tanto piccoli e poveri da non potere nulla da soli, ma, nello stesso tempo, ritrovarci “onnipotenti” se restiamo attaccati a Dio, se in noi scorre la sua stessa linfa vitale, se in noi ci sono gli stessi sentimenti che sono di Cristo.
È la fede di Maria e la sua umiltà, la piccolezza e l’altezza di questa donna: “Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente, ha guardato l’umiltà della sua serva”.
È la fede di Don Bosco al termine della vita. Lui, che aveva realizzato opere grandiose, che aveva costruito collegi, basiliche, che aveva aperto case oltre oceano, che aveva accolto e aiutato a crescere migliaia di giovani, guardando a tutto questo afferma: “È Maria che ha fatto tutto”, io “ho sempre avuto bisogno di tutti”.
“Con me potete fare tutto”. In ultimo dobbiamo ancora riconoscere che tutto questo “fare” è per portare frutto, non è per la nostra vanagloria, ma perché altri possano cibarsi dei nostri frutti, e che siano frutti in abbondanza.