di Francesca Caggiano, FMA
In occasione del centenario dell’Università Cattolica del Sacro Cuore (1921-2021) – fondata a Milano dal francescano Padre Agostino Gemelli – Madre Rosetta Marchese, Superiora generale dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, viene ricordata nella pubblicazione “Testimoni della fede nell’Università Cattolica del Sacro Cuore”, edito da EDUCatt.
Autore del libro è il Prof. Pier Luigi Guiducci, storico e giurista, Docente presso la sede di Roma, intervistato dal Dott. Carlo Màfera, laureato in Scienze Politiche con indirizzo storico e in Lettere Classiche e Cristiane, su alcuni testimoni della fede che hanno studiato presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore.
Fin dalle prime pagine, si coglie nitido l’obiettivo dell’opera: rendere manifesto il contributo dell’Università alla formazione culturale e spirituale di generazioni di uomini e di donne, molti dei quali sono stati e sono tuttora, nella Chiesa e nella società, autentici testimoni della fede. Tra questi, Madre Rosetta Marchese che, nel suo percorso di vita, ha coltivato una spiritualità contemplativa vissuta nella missione di insegnante, assistente e, in seguito, nell’animazione e governo dell’Istituto delle FMA. Tale spiritualità la apriva ad una “donazione eucaristica di sé e ad una maternità spirituale senza confini”.
Dal 1943 al 1947, suor Rosetta era iscritta all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dove si laureò in Lettere nel 1947 con una tesi di critica letteraria sul Preromanticismo di Aurelio Bertola. Del numeroso gruppo delle FMA, che risiedevano nella sezione per le religiose di Castelnuovo Fogliani (Piacenza), suor Rosetta, apprezzata per le sue doti intellettuali e relazionali, fu presto nominata capogruppo: compito di animazione e di responsabilità spirituale e morale tra le consorelle, che esplicò con grande dedizione e saggezza.
All’inizio del quarto anno di studi, le venne proposto di essere anche la coordinatrice generale delle Universitarie delle diverse Congregazioni religiose presenti nel Convitto per essere, così, punto di collegamento tra le studentesse, i professori e la comunità accademica.
Nello svolgere questo servizio, suor Rosetta ebbe modo di sviluppare una visione ecclesiale e culturale più ampia, imparando a conoscere e a valorizzare il contributo dei vari Carismi alla Chiesa e alla società. Quell’incarico fu per lei un significativo tirocinio di animazione, che le consentì di esprimere le doti di coordinamento, di guida e promozione delle persone, che poi esplicò al meglio nell’Istituto, nella missione di Consigliera e poi di Superiora generale, promuovendo l’unità del Carisma nella diversità delle culture e nei vari contesti.
Il periodo degli studi universitari fu per lei un meraviglioso laboratorio culturale, dove assimilò, con la guida di illustri docenti, quell’armonia tra fede e cultura, tra Vangelo e vita, di cui sarà luminosa testimone lungo tutta la vita.
Fonte: cgfmanet