3^ Domenica del Tempo Ordinario – Anno B
24 gennaio 2021
Vangelo di Marco 1, 14- 20
Commento di suor Rita Fallea, FMA
Le letture di questa domenica mi suggeriscono un percorso in tre passi:
- il cammino;
- la conversione;
- la meta.
1. Il cammino
Ad un primo ascolto ci accorgiamo che le letture di oggi sono letteralmente “percorse” e “attraversate” da gente che cammina:
- Giona il profeta percorre la città di Ninive e proclama la parola del Signore (Giona 3,1-5.10);
- il salmista si fa implorazione dell’uomo che desidera conoscere le vie del Signore (Salmo 25 [24]),
- San Paolo viaggiando ha portato il Vangelo alle genti (1 Cor 7, 29-31);
- nel Vangelo Gesù passando chiama i primi discepoli (Mc 1, 14- 20).
2. La conversione
Ognuno di questi cammini è segnato da un annuncio e da un intento: portare ad una svolta, ad un cambiamento, ad una conversione.
Osserviamo in particolare la prima lettura.
Il profeta Giona riceve da Dio la missione di “alzarsi” per andare nella città di Ninive e annunciare il messaggio del Signore. Si precisa che “Ninive era una città molto grande, larga tre giornate di cammino” (v.3). Giona va, comincia a percorrere le strade e proclama la parola del Signore. Continua, avanti e indietro, per quaranta giorni. Nel suo cammino annuncia la distruzione della città poiché gli abitanti di Ninive si erano allontanati dalle vie del Signore (v. 10).
L’ammonimento del profeta trova ascolto negli abitanti e li conduce alla conversione (“credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il sacco, grandi e piccoli”, v. 5), allora “Dio si ravvide”.
Sorprende osservare che alla conversione degli abitanti segue una “conversione” di Dio [1]. Certamente non sullo stesso piano, ma quando lo sguardo dell’uomo si rivolge verso Dio – si converte – allora Dio si riveste di un’infinita tenerezza assumendo il volto del Padre che Gesù Cristo ci ha rivelato.
3. La meta
Il cammino che porta alla conversione non si arresta nel momento in cui essa avviene. Volgere lo sguardo verso il Signore è già una tappa, una decisione, ma le vie del Signore conducono ad una meta più alta: partecipare già della sua compagnia, vivere già alla sua presenza, sperimentare fin da ora la comunione con lui.
Nella prima lettera ai Corinzi non si accenna direttamente al cammino, ma sappiamo che Paolo è l’apostolo delle genti: ha percorso terre e incontrato popoli che non avevano conosciuto Cristo. Seppure non cammina in questo brano, San Paolo ci indica, però, chiaramente la meta: “Il tempo s’è fatto breve […] passa infatti la figura di questo mondo” Cristo invece rimane per sempre. Ci conduce a relativizzare le realtà terrene in vista di Cristo, meta del nostro pellegrinare.
Il Vangelo ci indica proprio questo: “Venite dietro a me”, dice Gesù, camminate dietro a me, camminate con me, seguitemi! Gesù è allo stesso tempo la meta, la via e il compagno nel cammino.
Ricorre oggi anche la festa di San Francesco di Sales. Vorrei soffermarmi solo su un aspetto dei molti e ricchi che potremmo osservare: la fondazione dell’ordine della Visitazione (1616-18).
Nel suo intento le Figlie delle Visitazione sarebbero state in cammino, come Maria che sollecita si reca in visita alla cugina Elisabetta portando Gesù nel grembo. Le suore avrebbero portato Gesù a quanti avrebbero visitato, incontrato. Per l’approvazione dell’ordine religioso, però, il vescovo di Lione impone diversi cambiamenti alle Regole di San Francesco, tra cui la clausura delle religiose.
A quel tempo, infatti, risultava poco consueto che le suore di un ordine femminile potessero uscire dal monastero senza suscitare disapprovazione e sospetto. San Francesco, in vista di un bene maggiore, cioè la possibilità dell’ordine di diffondersi oltre gli angusti confini della Savoia ed essere così un valido strumento per tante anime desiderose di servire Dio, accetta con grande umiltà le richieste del vescovo. In ogni caso è disposto a cedere su tutto, tranne che sul nome di Visitazione [2], volendo cioè mantenere l’icona di un annuncio di Cristo che si fa cammino e incontro, mantenendo vivo e vitale l’intento interiore.
In questo tempo in cui l’icona della Visitazione potrebbe generare in noi una certa rabbia o nostalgia (i nostri incontri infatti non possono avvenire in modo semplice o spensierato) potremmo però affinare un’abilità del cuore, quella di lasciarci incontrare da Gesù Cristo, di camminare con lui e lasciar crescere con lui la nostra fede, perché la fede non può mai stare ferma, è per sua natura in cammino…
Conoscere Gesù,
camminare insieme a lui e a chi ci sta accanto,
nelle modalità possibili e creative che ci verranno in mente,
camminare per questo tratto di strada che ci è dato di percorrere,
camminare con la consapevolezza di essere già con il Signore,
in attesa di raggiungere la nostra patria nei cieli.
[1] Cfr. Tobia 13, 6
Convertitevi a lui con tutto il cuore e con tutta l’anima,
per fare la giustizia davanti a Lui,
allora Egli si convertirà a voi
e non vi nasconderà il suo volto.
[2] Introduzione di Ezio Bolis ai “Trattenimenti Spirituali di San Francesco di Sales”, pag. 27