Di Riccardo Deponti
Virus, pandemia, distanziamento, prevenzione, protezione, quarantena.
Vocaboli tempo fa quasi sconosciuti a molti, ma che oggi rappresentano la nostra quotidianità. Tutte queste parole hanno in sé la privazione di qualcosa.
Tra le tante anche dell’abbraccio.
Abbraccio. Sostantivo derivante dal verbo abbracciare.
Il vocabolario lo definisce come un atto, un’azione: un atto di dare e ricevere, oltre che come manifestazione d’amore e d’affetto. L’abbraccio è anche connesso con varie cerimonie o usanze, a indicare fraternità, omaggio, fedeltà, rispetto. L’abbraccio fa parte della nostra quotidianità, del nostro essere.
O almeno, per me sì.
L’abbraccio con i propri cari, con i genitori, figli o nonni, con la ragazza o il ragazzo, con gli amici quando ci si incontra o si va via dopo una bella serata insieme.
Un gesto semplice dai mille significati, ma che racchiude spesso tante parole che non si riescono a dire, che rimangono bloccate in gola. E con questo semplice gesto sgorgano insieme a tutto il sentimento. Farsi abbracciare quando si è tristi e si cerca un rifugio, voler abbracciare quando si è pieni di gioia, abbracciare qualcuno che soffre… in tutte le situazioni che possiamo immaginare è un gesto protagonista.
E a me mancano, tanto. La quarantena, poi, e questo periodo difficile di distanziamento, hanno solo acuito questa mancanza.
Ricordo l’ultimo abbraccio che ho dato ad un’ospite, al lavoro. Un abbraccio che avrebbe voluto proteggerla. Per lei è stato l’ultimo.
E penso a tutti gli abbracci che vorrei dare e a quelli che ho perso l’occasione di dare.
Stamattina mentre guardavo la Messa in streaming, sono stato colpito da due abbracci particolari: uno di “inizio” e uno di “fine”. Le mani protese di Gesù Bambino e le braccia spalancate della Croce. Due abbracci, dall’inizio alla fine.
E pensavo quanto sento questi abbracci? Quanto mi lascio abbracciare?
Anche se personalmente faccio tantissima fatica, perché avrei bisogno di un abbraccio fisico, forse c’è un abbraccio che mi aspetta? Forse è questo il tempo per cercarlo? Per arrivare a lasciarmi abbracciare?
Buona riflessione e buona ricerca.
Un abbraccio