Di Daniele Somenzi
Tra le domande di senso sulla scuola e del suo effetto sulla vita che faccio ai ragazzi quando ci conosciamo, una delle principali è “a cosa servono i compiti, secondo te?”
La risposta più frequente che mi viene data è “per capire se ho capito” o anche “per vedere se so farlo”. Risposta correttissima: avere uno spazio diverso nel quale rifare le attività del mattino è fondamentale.
Io penso però che ci sia un altro aspetto da tenere in considerazione mettendo l’attività in relazione con il futuro di ogni ragazzo:i avere occasione di imparare a gestire autonomamente il tempo.
Gestire autonomamente la routine quotidiana rappresenta infatti la maturità; significa raggiungere la capacità nel futuro di poter lavorare gestendo il proprio avanzamento di un progetto.
E nella società di oggi nella quale il lavoro è liquido, poco sicuro, autogestito, sapersi reinventare e sapersi organizzare è fondamentale. Rappresenta inoltre come ognuno decide di prendere il controllo della propria vita.
I concetti che evidenzio con i ragazzi e su cui insieme ragioniamo sono quindi due
- Gestione del tempo.
- Gestione autonoma.
1. Gestire il tempo significa avere a disposizione dei blocchi di tempo dal momento in cui si finisce lezione al momento in cui si va a dormire. Significa fare delle previsioni che sono sia sulla giornata di oggi che più a lungo termine e poi fare delle scelte rispetto alle previsioni. Dire quello che andrebbe fatto è un conto. Scegliere di mettersi e farle è tutta un’altra questione
2. E questa questione è il nostro secondo punto. La parola “autonomamente”. Fare quello che si è ipotizzato, autoverificarsi e modificare il tiro a seconda dei feedback e dei dati che si sono raccolti su se stessi, è il punto principale della costruzione della maturità. E’ inoltre correlato a come funziona il nostro cervello, che modifica i comportamenti a seconda dei feedback ricevuti.
Questo ragionamento con i ragazzi che incontro è importante, perchè introduce un aspetto del lavoro negli incontri insieme: quello delle richieste. Nel nostro lavoro con loro, noi chiediamo LORO di fare dei passi, delle azioni, delle ipotesi, delle scelte di metodo che poi riverifichiamo insieme.
Lo chiediamo a Loro, non ai genitori, perchè se il punto di vista è il loro, se lo sviluppo deve essere il loro, le azioni che riguardano il loro apprendimento, le possono compiere primariamente loro.
I genitori qui hanno un ruolo fondamentale: quello di predisporre il contesto, seminare e aspettare che i semi maturino.
Lascio un video https://www.youtube.com/watch?v=kEVDuP2suKM&t=2s riguardante alcuni consigli pratici per l’organizzazione del pomeriggio di compiti.