di Andrea Lonardo
Sono anni che parliamo degli adulti: ebbene sono loro che debbono oggi accompagnare le giovani generazioni ad attraversare il Covid. Cioè siamo noi!
Oggi gli adulti debbono prendere in mano la situazione, in famiglia e nella scuola, nel lavoro e nella malattia, nella carità e nella speranza, nel mostrare come si possa attraversare il Covid, cioè cosa sia la vita.
Oggi che tutto diventa più difficile e che la malattia torna a bussare alla porta di tutti e in tutto il mondo, abbiamo bisogno degli adulti. Dei genitori e dei nonni, dei preti e dei vescovi, dei politici e dei papi.
È necessario che ci sia chi dica quanto sia preziosa la vita e come affrontare la morte, come accettare la malattia e come sognare il futuro.
Siamo noi, gli adulti, a dover dare coraggio ai giovani impauriti. Servono persone che sanno prendere in mano le redini di questo tempo, sanno morire e sanno vivere.
Non lo debbono fare altri, tocca a noi, a tutti gli adulti e, in particolare, a chi ha responsabilità, come i vescovi, i genitori, i preti, i docenti, i giornalisti, gli uomini di cultura e i politici.
Non vi sono altri, tocca a noi, gli adulti.
Quindi coraggio e ognuno al suo posto. Qualcuno si ammalerà, qualcuno cadrà, ma il testimone ora è nelle nostre mani e tutti testimonieremo della speranza che ci anima e della certezza che la vita è nelle mani di Dio e che la nostra riscoperta debolezza non ci spaventa e non ci distrugge.
Perché noi sappiamo cosa è vivere e cosa è morire, cosa è sperare e cosa è risorgere.
Altre generazioni hanno affrontato i campi di battaglia o la peste. A noi è toccato il Covid e non è il caso di lamentarsi troppo. Ognuno al suo posto e avanti.
Io non amo i disertori. Nessuno di noi li ama.