23 agosto 2020 – Anno A
Vangelo di Marco 12, 13-17
Commento di suor Susanna Anzini, FMA
Le prime due letture di questa domenica ci mostrano un mondo in lotta, tra giusti che seguono Dio ed hanno armi potenti e un mondo tenebroso e crudele; anche nel brano di vangelo sembra profilarsi un contrasto tra Cesare e Dio, ma le cose vanno diversamente.
Il testo si apre con un elenco di persone che, più volte, si sono trovate in contrasto con Gesù: farisei, erodiani, scribi… sono gruppi che solitamente non sono d’accordo tra di loro, eppure questa volta si sono alleati, tutti insieme, per cercare di ingannare Gesù. Si recano da lui elogiandolo e chiedendogli, apparentemente, un consiglio su un argomento sul quale, tra loro, non c’è accordo. L’obiettivo è chiaro: pensano di costringere Gesù a scegliere da che parte stare e di conseguenza entrare in contrasto con gli appartenenti all’altro gruppo.
Gesù però conosce le intenzioni dei loro cuori e non si lascia ingannare dalle loro lusinghe, li smaschera immediatamente: “perché volete mettermi alla prova?”. Il discorso potrebbe finire lì. Gesù potrebbe rifiutarsi di rispondere, ma sceglie, ancora una volta, di accettare la sfida che gli uomini gli pongono, accoglie il loro dubbio, ma poi li sorprende con la sua risposta, invitandoli a pagare pure le tasse a Cesare, ma senza trascurare quello che dovuto a Dio.
Alle volte può capitare anche a noi di essere messi alla prova, di dovere rendere ragione delle nostre scelte. Non dobbiamo avere paura di mostrare la nostra fede, possiamo invece cogliere l’occasione per dare testimonianza, stando attenti a chi vorrebbe solo ingannarci e cerca di coglierci in fallo. Tanti hanno provato a fare lo stesso con Don Bosco, anche nell’Ottocento, infatti, sembrava ci fosse un contrasto insanabile tra la Chiesa e il potere politico, tra pratiche religiose e leggi dello stato, ma Don Bosco ci ha insegnato che in realtà questo contrasto non esiste, sappiamo infatti che si può essere “buoni cristiani e onesti cittadini”.