Un legame dalla terra al cielo
La riflessione di Wanda Gawronska, nipote del beato Frassati
30 anni fa Giovanni Paolo II beatificava Pier Giorgio Frassati. Quel giorno era dedicato solo a lui, così sottolineando l’importanza del suo esempio per il laicato di oggi: la santità è possibile per tutti e finalmente Karol Wojtyla può beatificare questo suo amico di gioventù come Uomo delle otto Beatitudini e definire la sua vita “un’avventura meravigliosa”. La piazza era piena e scrosciante, l’applauso quando è stato scoperto il drappo sulla facciata di San Pietro dove per la prima volta è apparso “uno di noi”, una fotografia, un giovane vestito da montagna con la piccozza in mano, uno dall’apparenza come tanti giovani che seguivano il rito in Piazza San Pietro. Era presente in veste ufficiale tutto il governo italiano, con il il Presidente Cossiga; Pier Giorgio era stato il loro molto amato esempio, nella loro gioventù. “È indubitato che quel giovane ventiquattrenne, morendo, scosse tutta l’Italia cattolica”, scriveva mons. Olgiati”. La figura di Frassati appare sempre più fulgida ed affascinante quando la si ripensa sul piano e in funzione dell’influenza che egli ebbe sulla rinnovazione religiosa compiutasi in Italia dopo la prima guerra Mondiale. Egli ne è stato il lievito.”
Il 30esimo anniversario della beatificazione di Pier Giorgio coincide nel tempo con il centenario della nascita di Giovanni Paolo II e mi viene immediatamente in mente il 5 Aprile del 2001 quando alla vigilia dei 100 anni di Pier Giorgio il Papa volle la sua immagine accanto a sé, assieme alla Madonna Salus Populi Romani (e rivolse ai migliaia di giovani in Piazza questo invito “Cercate di conoscerlo… a lui affido il vostro impegno missionario”). Ma viene soprattutto la voglia di ripercorrere i tratti di un’affinità, che stupisce e affascina, tra il giovane torinese e il Papa polacco ed il legame profondo e forte che legava i due santi, l’uno essendo stato importantissimo per l’altro.
Oso dire due santi perché Karol Wojtyla già da studente e poi giovane prete, era convinto della santità di Pier Giorgio. Mentre Il 27 marzo del 1977, come arcivescovo di Cracovia, forse non sapendo che il suo processo di beatificazione era stato chiuso negli anni 1944-49 da Pio XII, ormai pubblicamente “canonizzava” il giovane non più servo di Dio Pier Giorgio Frassati, chiamandolo l’uomo delle beatitudini. Ad una massa di giovani, in occasione di una mostra su di lui diceva: “Andate, e guardate come appariva l’uomo delle otto beatitudini, che reca in sé la grazia del Vangelo, della Buona Novella, la gioia della salvezza offertaci da Cristo” – ed aggiungeva – “Pier Giorgio Frassati può essere considerato – seppure non ancora salito agli altari – come un patrono, la guida spirituale della gioventù accademica, … è morto giovane come spesso muoiono i santi. …Nel suo modello di vita … ritroviamo noi stessi, …. Lui era preso a modello da quanti salivano sulle montagne per scalarle oppure facevano escursioni invernali sugli sci: pensavano che anche lui faceva lo stesso“ (Cracovia 17 marzo 1977).
E’ significativo ”il ritroviamo noi stessi”. L’abbiamo capito cosa intendeva dire quando come Papa ha interrotto le sue vacanze ed è venuto a Pollone (16 luglio 1989) a pregare sulla tomba di Pier Giorgio: è “per lui che sono venuto: volevo rendere omaggio anche ad un giovane che ha saputo testimoniare Cristo con singolare efficacia in questo nostro secolo.” […] “anch’io nella mia giovinezza ho sentito il benefico influsso del suo esempio e da studente sono rimasto impressionato dalla forza della sua testimonianza cristiana”.
Don Pawel Rytel Andryniak, portavoce dell’episcopato polacco, scrive: “non possiamo capire fino in fondo Karol Wojtyla senza la Madonna e senza Pier Giorgio Frassati”. L’esempio di Pier Giorgio ha senz’altro spinto Karol Wojtyla nel modo di vivere il suo lavoro pastorale. Nel 1931 era stata pubblicata la traduzione del libro di don Cojazzi (Pier Giorgio Frassati, n.d.r.), ed egli era per Lui una grande autorità, un esempio. Possiamo dire un amico!
Ma da grande santo che era Karol Wojtyla aveva avuto ragione nel “canonizzare” Pier Giorgio. Pochi mesi prima che Lui stesso diventasse Papa, Papa Montini il il 12 giugno 1978 emanava il decreto sulla riapertura della causa di beatificazione di Pier Giorgio.
Divenuto Papa Giovanni Paolo II dimostrava subito il suo affetto per Pier Giorgio e la convinzione della sua santità e del l’importanza ed attualità del suo esempio: l’ha dimostrato clamorosamente la prima volta a Torino: Un fatto incredibile. Un Papa che assieme ad un grande santo come don Bosco da come esempio un servo di Dio e ne tratteggia l’affascinante personalità: chiamandolo affettuosamente “alpinista tremendo” afferma che: “Pier Giorgio Frassati ci mostra al vivo che cosa veramente significhi per un giovane laico dare una risposta concreta al “Vieni e seguimi”.
Poco più tardi all’inaugurazione del Centro Giovanile San Lorenzo parla di questo Servo di Dio e con chi lo confronta! “Insieme col ricordo dell’antica croce di San Damiano, dell’esempio di San Francesco, voglio ricordarvi come stimolo a tendere verso alti ideali anche la figura di un giovane vissuto nella nostra epoca, Pier Giorgio Frassati. [Egli è stato un giovane “moderno”, aperto ai problemi della cultura dello sport, alle questioni sociali, ai valori veri della vita, ed insieme un uomo profondamente credente, nutrito del messaggio evangelico, appassionato nel servizio ai fratelli e consumato in un ardore di carità che lo portava ad avvicinare i poveri e i malati.] Egli ha vissuto le Beatitudini del Vangelo (Roma, 13 marzo 1983).
E così, Giovanni Paolo II continuò attraverso gli anni a far conoscere l’esempio di questo servo di Dio. Aprendo una sua mostra nel chiostro del Laterano nel 1984 e lo stesso anno nello Stadio Olimpico in occasione dei sportivi di tutto il mondo di nuovo aggiungeva alla fine del suo discorso l’esempio di Pier Giorgio, e dopo aver citato una sua lettera invitava gli sportivi di tutto il mondo ad essere come lui: “queste sue parole, insieme con la sua spirituale amicizia, vi lascio come programma, affinché in ogni luogo della terra siate anche voi portatori della vera pace di Cristo!”.
Come data per proclamare il venerabile ha scelto il Sinodo sul laicato, Christifidelis laici; era ben cosciente che Pier Giorgio ha anticipato di 35 anni il ruolo dei laici nella Chiesa riconosciuto durante il Concilio Vaticano II e primo beato della Rerum Novarum.
Fonte: Aleteia