6^ Domenica di Pasqua
17 maggio 2020 – Anno A
Vangelo di Giovanni 14, 25-29
Commento di suor Simona Bisin, FMA
“Non sia turbato il vostro cuore”. Sono queste le parole che aprono e chiudono il capitolo 14 del vangelo di Giovanni in cui Gesù, prima di ritornare nel Padre, saluta i suoi discepoli e consegna loro l’eredità del comandamento dell’amore.
Il cuore dei discepoli, turbato di fronte al grande mistero, impaurito di fronte alle parole di addio che Gesù rivolge loro, ha bisogno di consolazione. E Gesù, che conosce fino in fondo il cuore dell’uomo, lo rassicura con la promessa del dono dello Spirito Santo, il Consolatore, che a Pentecoste scenderà su di loro.
I verbi “andare”, “tornare”, “mandare”, “lasciare” presenti in questo brano, generano un grande movimento di vita e di unità e rivelano il grande mistero: il Padre manderà nel nome di Gesù, suo Figlio, lo Spirito Santo.
Qui dentro c’è il mistero di ogni vita che richiede sempre un “lasciare” per generare qualcosa di più grande che raggiunge la sua pienezza solo nell’unità.
Questo è il primo brano del vangelo di Giovanni che parla contemporaneamente del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Queste tre persone divine non sono considerate in modo astratto, ma nel loro rapporto con i discepoli di Gesù. Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo abitano nei cristiani che custodiscono la parola del Signore.
Con l’andarsene di Gesù si compie la rivelazione: il Figlio ha manifestato il volto del Padre che, solo chi ama, è in grado di conoscere. Sarà proprio lo Spirito Santo, forza d’amore, che ci aiuterà a conoscere sempre di più il Volto del Padre manifestato nelle parole e nelle opere di Gesù. Questo Spirito che, come Maestro interiore, soffia dentro la “memoria” aiutandoci a ricordare le parole e i gesti di Gesù, ma anche agisce “insegnandoci ogni cosa” perché l’Amore è capace di creare nuove ed infinite scintille di bene affinché la presenza di Cristo e il rapporto con Lui rimangano vivi e dinamici.
“Non sia turbato il vostro cuore” si fonda sulla certezza che l’andarsene di Gesù non lascia un vuoto pieno di paura ma lascia l’eredità della Sua pace, quella pace che ha caratterizzato la sua esistenza e che avrà il suo compimento nel mistero della Pasqua.
Gesù ci tiene a sottolineare che la Sua pace è diversa da quella del mondo troppo spesso sottoposta a condizioni umane, la Sua pace nasce da un amore più forte della morte, un amore che ci ama fino a dare la vita e non ci lascia mai soli. Solamente di fronte a questo amore e a questo “rimanere con noi” può nascere la pace profonda.
“Non sia turbato il vostro cuore” perché con l’andarsene di Gesù presso il Padre ci viene aperta la strada per il ritorno a Lui. Ora conosciamo che solo la strada di un Amore senza limiti ci permette di cercare e conoscere, già in questa vita, il Volto del Padre e di conseguenza la nostra realtà di figli. Solamente dentro questa appartenenza il nostro cuore può vivere senza turbamenti e nella gioia.
In questo tempo di pandemia invochiamo lo Spirito Santo e apriamoci alla solidarietà verso i fratelli affinché tutti gli uomini possano sentirsi dire le parole di Gesù: “Non sia turbato il vostro cuore”.