Il fuoco addosso
Di suor Graziella Curti, FMA
Era l’8 giugno 1972 quando il dolore straziante di Kim Phúc è stato catturato da uno scatto che ha fatto il giro del mondo. La fotografia è diventata l’immagine iconica che ha rivelato al mondo l’orrore e la violenza della guerra del Vietnam: la piccola Kim corre agonizzante pochi istanti dopo che una bomba al napalm le ha bruciato i vestiti e la carne.
Da quel giorno la sua vita è stata segnata da dolorosi trattamenti per guarire le ustioni, dall’incessante dolore fisico in tutto il corpo e da un dolore sordo nell’anima. E’ stata sul punto di volersi suicidare buttandosi sotto automobili in corsa sull’autostrada. Ma Qualcuno è intervenuto con la sua misericordia e con la sua luce. Infatti, benché Il fuoco addosso sia la storia di un orrore implacabile, è pure il nascere di una speranza inaspettata, che si fa spazio tra le macerie del dramma della guerra, la storia di un riscatto che arriva attraverso la scoperta del perdono.
“Quelle bombe”, scrive l’autrice, “mi hanno condotta a Cristo”.
E proprio da questo incontro, avvenuto nel momento più buio e doloroso della sua vita, è nata la forza di narrare la pace con tutta se stessa, con la sua esistenza che miracolosamente è cominciata a rifiorire, anche se ha dovuto fare i conti con la miseria, l’incomprensione della famiglia per la sua scelta religiosa, il continuo e violento controllo da parte dei comunisti vietnamiti che non le permettevano di studiare e di fare una vita da donna libera. Inoltre i medici avevano prospettato a Kim l’impossibilità di procreare e invece ha avuto due bellissimi figli, fieri della propria madre.
Aveva temuto di non essere mai scelta e amata da un uomo. E invece aveva incontrato in Toan, un vietnamita gentile che l’aveva conquistata con il suo amore, tuttora presente nella sua vita.
Tuttavia, Kim confessa: “Personalmente ho trascorso troppo tempo bloccata dalla paura. Avevo paura del mio dolore, del mio aspetto, del mio destino”.
Solo nel 2015, a quasi 50 anni dalla tragedia del napalm, Kim trova la forza di mostrare al pubblico le sue cicatrici dicendo: “Le mie cicatrici fanno parte del mio percorso di vita, sono una parte di me”.
Kim Phuc Phan Thi aveva 9 anni quando fu scattata la foto.
Ora, Kim e suo marito Toan abitano nei pressi di Toronto. Dal 1997 è ambasciatrice dell’UNESCO e tiene annualmente centinaia di conferenze in tutto il mondo. Il suo impegno per la pace globale e la riconciliazione le è valso numerosi premi e riconoscimenti, tra cui sei lauree honoris causa per la sua opera di sostegno delle piccole vittime della guerra tramite l’associazione non lucrativa KIM Foundation International.
Al termine di ogni incontro, specie quando parla a gente che soffre, il messaggio di Kim dona forza e coraggio: “Continuate a sperare! Solo la speranza vi aiuterà a rialzarvi e a proseguire il cammino”.
Titolo: Il fuoco addosso
Autore: Kim Phuc Phan Thi
Ed. Scripsi