2^ di Quaresima
8 marzo 2020 – Anno A
Dal Vangelo secondo Matteo 17,1-9
Commento di suor Silvana Mascotto FMA
In un mondo di illusioni, di oroscopi, di maschere dove il falso luccica e attrae, confonde e inganna, ma soddisfa e sembra acquietare appetiti e desideri di qualcosa di indecifrabile che manca, un vuoto appunto, ecco una pagina di Vangelo che narra una Trasfigurazione di straordinaria bellezza.
È un evento che non appartiene al luccichio mondano, alle chimere, a nessun trasformismo, a nessun incanto televisivo e a nessun influencer dei social, spenti i quali, non resta che il nulla.
Qui siamo nella Verità, tanto desiderata e spesso non riconosciuta, siamo in uno squarcio di luce dove il segno è proprio il suo rimando.
Come riconoscerlo come tale?
Dalla gioia: ‘Signore, è bello stare qui…’, una gioia non effimera. Dalla Storia: ‘Elia, Mosè’. La storia, il passato è il percorso che dà valore al presente. Era stato annunciato, eccolo. Dalla relazione, dalla condivisione, dalla voglia di restare: ‘Facciamo tre tende’, perché lì c’è la risposta al desiderio di ogni cuore, c’è l’identità profonda di ciascuno. E quando viene confermata, la Verità è travolgente e crea timore. Gesù conosce la fragilità creaturale tanto che raccomanderà di non parlarne con nessuno. Chi potrebbe capire?
Pietro, Giacomo e Giovanni sono privilegiati, non solo per la trasfigurante visione, ma per quel ‘non videro che Gesù’, quel Gesù, che ‘si avvicina, che li tocca, che li chiama…’. Cosa c’è di più bello? Ritrovarsi lì l’amico che li aveva scelti per confidarsi con loro, per rivelarsi a loro nel suo splendore.
È lì, e scende dal monte con loro, in quel mondo che devono riaffrontare, quel mondo che la Verità spesso la soffoca o non la vuole vedere, in quel mondo dove i segni non sono letti, dove l’effimero è signore. Ma loro ‘non vedono e non vedranno che Gesù’ in ogni cosa, in ogni uomo, in ogni avvenimento. Sì, anche Pietro, Giacomo e Giovanni, con la fragilità umana, avranno momenti bui, nebulosi, ma con la possibilità di recuperare nel cuore quella trasfigurazione avvenuta, quella risposta indelebile che ogni uomo aspetta e che loro hanno ricevuto, e sarà la loro forza.
E noi? Da questa pagina straordinaria ci portiamo: ‘E non videro che Gesù’.