Un Sinodo sull’Amazzonia
Colombia: assemblea pre-sinodale sull’Amazzonia. La voce degli indigeni: “Sinodo apre una porta importante”
Trecento delegati tra vescovi, sacerdoti, operatori di pastorale sociale, Caritas, leader indigeni e amazzonici si sono riuniti a Bogotá tre giorni (13-15 agosto), convocati dalla Conferenza episcopale della Colombia (Cec) per l’assemblea pre-sinodale.
Molti leader indigeni e campesinos sono stati amareggiati e delusi per il mancato dialogo con il presidente Duque, che è intervenuto brevemente ma non si è fermato ad ascoltare l’assemblea, in un contesto delicato dove sono stati denunciati ben 200 omicidi di leader ambientalisti e dei diritti umani. Duque ha ammesso “non possiamo essere miopi, la Colombia ha una grande responsabilità nella agenda globale. Dopo il Brasile, è lo Stato con maggior biodiversità nel mondo, ma la comunità internazionale non finanzia, manca molto per proteggere il polmone della terra, tutto ciò implica un senso di protezione etica permanente che spero faccia parte del prossimo dibattito al Sinodo”. Riferendosi al discorso di Duque, il gesuita padre Alfredo Ferro, coordinatore del Servizio gesuita per la Panamazzonia, ha fatto notare che il presidente “non ha menzionato i popoli amazzonici e i popoli indigeni e si tratta di un’importante omissione, visto il tipo di evento. In secondo luogo, dopo il suo intervento se n’è andato, evitando di ascoltare i popoli amazzonici e i popoli indigeni”. Tuttavia, padre Ferro ha riconosciuto che è stato interessante “conoscere le proposte del Governo e alcuni progressi avuti nel settore della tutela ambientale”.
Il gesuita ha aggiunto che “proteggere i popoli indigeni e i loro territori è un’esigenza fondamentale e un impegno di principio per il rispetto dei diritti umani”.
Non sono mancate al convegno le voci degli indigeni, come Anitalia Pijache Kuyuedo, leader di etnia okaina witoto, che ha riconosciuto l’importanza della Chiesa nell’educazione dei suoi genitori e vede nel Sinodo “una porta importante attraverso la quale si può rendere visibile la parola dei miei popoli perché partecipare alla preparazione al Sinodo mi ha obbligato a sedermi con gli altri per poter comprendere il dialogo che è possibile avere con la Chiesa”. Fanny Cuiro, indigena huitoto, delegata dell’Organizzazione nazionale dei popoli indigeni dell’Amazzonia colombiana (Opiac), ha spiegato che a riempire di speranza i popoli indigeni è il fatto che “facciamo parte dell’agenda di Papa Francesco”.
Al tempo stesso la leader indigena ha chiesto ai vescovi colombiani di essere la voce dei popoli indigeni, “affinché il mondo comprenda che abbiamo diritto a esistere e a essere differenti”, e ha detto di aspettarsi che il Sinodo non si esaurisca “in documenti e riunioni”.
Fonte: AgenSir
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