Io sono una missione – #perlavitadeglialtri
La proposta pastorale per l’anno educativo-pastorale 2018-2019 ha come tema di fondo il “servizio responsabile”
È l’ultimo dei cinque grandi pilastri della nostra Spiritualità Giovanile Salesiana, che fa da riferimento ineludibile al nostro modo di essere Chiesa e di essere nella Chiesa. Due sono state le fonti principali a cui ci si è ispirati nell’ideare e pensare il cammino di questi tre anni: l’Evangelii Gaudium e la Spiritualità Giovanile Salesiana, il radicamento ecclesiale nel Magistero del Papa e l’ispirazione carismatica della tradizione salesiana, per essere nella Chiesa segni e portatori dell’amore di Dio ai giovani, specialmente ai più poveri. La proposta si colloca nell’anno del Sinodo dal tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale” (3-28 ottobre 2018).
L’obiettivo sotteso a tutte le attività pastorali è quello di “Offrire e accompagnare l’esperienza di servizio responsabile nel quotidiano”.
Il TITOLO è un’espressione di Papa Francesco, contenuta nella Evangelii Gaudium al 273: «La missione al cuore del popolo non è una parte della mia vita, o un ornamento che mi posso togliere, non è un’appendice, o un momento tra i tanti dell’esistenza. È qualcosa che non posso sradicare dal mio essere se non voglio distruggermi. Io sono una missione su questa terra, e per questo mi trovo in questo mondo. Bisogna riconoscere se stessi come marcati a fuoco da tale missione di illuminare, benedire, vivificare, sollevare, guarire, liberare. Lì si rivela l’infermiera nell’animo, il maestro nell’animo, il politico nell’animo, quelli che hanno deciso nel profondo di essere con gli altri e per gli altri. Tuttavia, se uno divide da una parte il suo dovere e dall’altra la propria vita privata, tutto diventa grigio e andrà continuamente cercando riconoscimenti o difendendo le proprie esigenze. Smetterà di essere popolo».
Il titolo vuole mettere subito in luce che la missione non è un “fare”, ma un “essere”, cioè mi offre consistenza personale nella forma della generosità sistemica verso il prossimo. La missione non è una cosa da fare, è un modo di essere, un modo di abitare il mondo, di sentire la vita, un modo di sentire il tempo, il fratello, il rapporto uomo-donna e genitori-figli. La missione è un modo di esistere, uno stile di vita che concepisce il cristiano come “mandato da”, “mandato con”, “mandato a”. Missione significa che qualcuno mi manda, mi manda assieme a qualcuno, mi manda a qualcuno. Non si può concepire se stessi se non radicalmente relazionati.
Il SOTTOTITOLO, messo in forma di hashtag, si pone in continuità con il titolo e ci aiuta a dare la direzione del nostro “essere una missione” uscendo dal nostro egocentrismo. Tante volte, nella vita, perdiamo tempo a domandarci: “Ma chi sono io?”. Ma tu puoi domandarti chi sei tu e fare tutta una vita cercando chi sei tu. Ma domandati: “Per chi sono io?”.
Ecco la spiegazione del logo che ci accompagna lungo tutto questo anno pastorale:
GIOVANI in cammino sul filo, saltimbanchi, giocolieri per passione: come Giovannino era “in missione per i suoi amici”, siamo chiamati a guardare a lui per continuare a farlo vivere nell’oggi. Giovani protagonisti della propria vita, nel prendersi in mano, con le proprie risorse e capacità e nel farsi dono per gli altri: solo così scopriranno veramente se stessi e saranno “felici nel tempo e nell’eternità”.
Il MONDO è il luogo in cui ci si gioca nel quotidiano, in cui si accorciano le distanze perché la missione ci unisce. Un mondo dai contorni in movimento, ancora tutto da scoprire e “da fare”: siamo chiamati a trovare il nostro posto nel mondo e a farci missione “per la vita degli altri”. Allo stesso tempo, sono gli altri che ci aiutano a scoprire chi siamo.
CRISTO e la CHIESA sembrano costituire “il perno” sui cui ruota il mondo: sono il fondamento e il senso ultimo della nostra proposta pastorale. Il nostro “essere” e il nostro “fare” prendono vita e forza da Cristo e insieme, come Chiesa, siamo mandati nel mondo per annunciarlo con la nostra vita.