di Marco Pappalardo
Nel tempo dei viaggi d’istruzione a scuola, di ritorno da Milano e dai luoghi manzoniani, mi piace raccontarne delle belle!
Ma “belle” nel senso positivo, poiché a volte queste esperienze si tingono di aspetti negativi e di ritorno si è più scontenti e meno disponibili per l’anno successivo a ripeterle.
Sicuramente è fondamentale la preparazione, sia quella degli studenti partecipanti, sia quella dei docenti accompagnatori, sia quella dell’itinerario e delle tappe in sintonia con l’agenzia di viaggi. Qui vale davvero il proverbio “chi ben comincia è a metà dell’opera”! Certo gli imprevisti ci saranno e ci sono stati pure nel nostro caso, ma quando tutto è ben oleato anche questi si affrontano e si superano, ed in alcuni casi possono persino essere ‘imprevisti’ previsti.
Infatti, capitato una volta di aver trovato in un ristorante una barriera architettonica non comunicata prima nonostante la segnalazione per tempo della presenza di uno studente con disabilità, ci si è tutti subito attivati per prevenire il disagio una seconda volta e alleviare il problema il più possibile sul momento.
In tal senso sono stati straordinari diversi compagni di classe, che, dove gli adulti hanno posto muri, essi sono stati capaci di creare ponti, e, quando necessario, sollevandolo per fare un po’ di gradini fuori posto.
E visto che parliamo degli studenti – 43 ragazze e ragazze di secondo anno – mi piace ricordare le parole di una ristoratrice dopo un pranzo: “Prof., siete voi bravi o sono bravi i ragazzi? Sa, abbiamo avuto gruppi rumorosi e dannosi, tanto che hanno fatto scappare alcuni clienti infastiditi dagli eccessi durante il pranzo; così stamani temevamo, invece oggi i clienti ci hanno chiesto chi foste e da dove proveniste. Niente urla, tutti seduti, nessuno spreco di cibo, saluti e sorrisi per noi, nessuna parola volgare!”.
Naturalmente ringrazio di cuore e dico che insieme siamo una bella squadra, lasciandomi sfuggire una battuta essendo proprio su uno dei rami del lago di Como: “Siamo anche bravi, ma non quelli de ‘I promessi sposi’!”. Se “una rondine non fa primavera”, più d’una sì, e per noi è il caso di dirlo, poiché siamo stati elogiati persino dai gestori di due self service, luoghi molto affollati e con ritmi frenetici, dove lo stile dei nostri alunni non è passato inosservato per l’ordine, la pulizia, la cordialità.
Infine, le parole dell’ottimo autista del pullman dopo cinque giorni di viaggi: “Non mi era mai capitato in occasione di gite come queste, con più di vent’anni di servizio, di dover passare l’aspirapolvere solo per ammazzare il tempo, nonché di non dover mai chiedere al docente di far stare seduti e ordinati gli studenti durante i tragitti”.
Forse qualcuno si chiederà il perché di quello che può sembrare un panegirico; nessuna incensazione, solo una scelta educativa vincente nata dalla domanda di un alunno: “Prof., perché quando ci comportiamo male e persino in anticipo ci rimproverate sempre, mentre quando ci comportiamo bene, non ci dite niente di buono?”.