di Matteo Pirovano
[SPOILER-FREE, #ProtectTheSecrets]
“La magia fiorisce solo in rare anime.”
Da fan dell’universo di Harry Potter quale sono attendevo questo film con ansia, ma le prime recensioni per lo più negative mi avevano sorpreso e messo in guardia circa una potenziale delusione. Sono felice di poter dire, ora, che non sono rimasto deluso.
A mio parere, I Crimini di Grindelwald è un buon film (lo valuterei come 3 stelle su 5), soprattutto nell’ottica dell’essere un capitolo di una storia più grande, una parte seconda di cinque.
Rispetto al primo film, questo secondo appuntamento entra nel cuore della vicenda arrivando al primo vero punto di non-ritorno della saga. Tutte le sotto-trame ruotano attorno alla figura del mago oscuro Grindelwald, e in questo senso il finale del film non può che portare a un nuovo (e inatteso) scenario.
Il vero protagonista di questo film è proprio lui, Gellert Grindelwald, magistralmente interpretato da Johnny Depp. In un lungo, intenso monologo (forse la scena migliore del film) Depp fa sfoggio delle sue abilità recitative, mettendo ogni singolo muscolo del viso a servizio delle parole che il personaggio pronuncia o dei pensieri e le emozioni che vuol trasmettere.
Il resto del cast non è assolutamente da meno, con la meno nota Zoë Kravitz, perfetta nei panni di Leta Lestrange, e Jude Law che dona un tocco di “giovanile” freschezza alla figura di Albus Silente.
Il film non è, tuttavia, privo di pecche.
Da una regia non sempre ottimale (anzi, alle volte improbabilmente goffa), a un montaggio frettoloso e che può apparire, a tratti, “brutale”: le scene con Nicholas Flamel sembrano essere state tagliate piuttosto rozzamente, tanto che a farne le spese è il personaggio stesso. Il resto del comparto tecnico, al contrario, è uno spettacolo per qualsiasi spettatore: effetti speciali, costumi e scenografie sono impeccabili e la colonna sonora è maestosa. Un occhio attento coglierà, anche, alcune apparenti incongruenze rispetto al canone Potteriano (specialmente nello scioccante plot-twist finale), ma confidiamo che J.K. Rowling sappia rimettere al proprio posto tutti i pezzi del puzzle con la sua nota maestria narrativa.
Sicuramente siamo di fronte a un ritorno in grande stile all’amato Wizarding World, seppur con toni sempre più dark (pienamente conformi alla narrazione).
Due ore di spettacolare magia, in un’avventura che cambia radicalmente le carte in tavola, ma si promette anche di far emozionare e trattenere il respiro.
Perché scegliere questo film in oratorio?
“Il tema centrale del film è innamorarsi. – dice il regista del film in un’intervista – Innamorarsi, disinnamorarsi, innamorarsi di un’ideologia, essere annebbiato dall’amore, essere corrotti dall’amore. Penso che giri tutto attorno a questa premessa centrale dell’amore”. Come in fondo è sempre stato per ogni film di Harry Potter.
Divertirsi a scovare questi diversi tipi di amore e analizzarne i pro e i contro potrebbe aprire a un interessante dibattito.
Un’altra tematica fortemente presente nel film è quella politico-demagogica.
L’arma più potente di Grindelwald, ci viene detto fin dall’inizio, è la sua parola, il suo essere estremamente manipolatorio.
Da qui la riflessione: cosa si nasconde dietro alle menzogne dei potenti? O dietro alle parole di chi trarrebbe vantaggio dalla nostra presenza dietro alla sua “bandiera”?
E ancora: il razzismo, la paura del diverso. Checché ne dica, Grindelwald reputa inferiori i Non-Magique, e il MACUSA (governo magico americano) ne ha addirittura paura, paura di ciò che non conosce, addirittura promulgando leggi che vietino il matrimonio tra una creatura magica e una non magica.
Entrambe, le ultime due, tematiche molto attuali.