Annunciare la gioia del Vangelo è la missione che il Signore ha affidato alla sua Chiesa. Il Sinodo sulla nuova evangelizzazione e l’Esortazione Apostolica Evangelii gaudium hanno affrontato come compiere questa missione nel mondo di oggi; all’accompagnamento delle famiglie incontro a questa gioia sono stati invece dedicati i due Sinodi sulla famiglia e l’Esortazione Apostolica Postsinodale Amoris laetitia. In continuità con questo cammino, attraverso un nuovo percorso sinodale sul tema: «I giovani, la fede e il discernimento vocazionale», la Chiesa ha deciso di interrogarsi su come accompagnare i giovani a riconoscere e accogliere la chiamata all’amore e alla vita in pienezza, e anche di chiedere ai giovani stessi di aiutarla a identificare le modalità oggi più efficaci per annunciare la Buona Notizia. Attraverso i giovani, la Chiesa potrà percepire la voce del Signore che risuona anche oggi.
Il misterioso legame della creazione del mondo con la generazione del Figlio, che si rivela nel farsi uomo del Figlio nel grembo di Maria – Madre di Gesù, Madre di Dio – per amore nostro, non finirà mai di lasciarci stupefatti e commossi.
Questa rivelazione illumina definitivamente il mistero dell’essere e il senso della vita. In ottica generativa, vivere è appartenere e non appropriarsi, insegnare a vivere è più testimoniare che insegnare, più educare che proteggere, ed educare la fede è farsi modello e non spadroneggiare L’immagine della generazione irradia, a partire da qui, una sapienza profonda riguardo alla vita. In quanto è ricevuta come un dono d’amore, la vita si esalta nel dono d’amore: generarla ci rigenera, spenderla ci arricchisce.
“Nell’impegno di accompagnamento delle giovani generazioni la Chiesa accoglie la sua chiamata a collaborare alla gioia dei giovani piuttosto che tentare di impadronirsi della loro fede (cfr. 2Cor 1,24). Tale servizio si radica in ultima istanza nella preghiera e nella richiesta del dono dello Spirito che guida e illumina tutti e ciascuno” (Documento preparazione sinodo).
In tale disegno che posto occupa Maria, dal momento che tutte le generazioni l’avrebbero chiamata beata?
Questa parola non abbraccia solo tutti gli uomini che vivevano a quel tempo, ma quelli ancora che sarebbero venuti dopo sino alla fine del mondo. Ora affinché la gloria di Maria potesse estendersi a tutte le generazioni e avessero a chiamarla beata, bisognava che qualche beneficio straordinario e perenne venisse da Maria a tutte queste generazioni; cosicché essendo perpetuo in esse il motivo di loro gratitudine fosse ragionevole la perpetuità della lode. Ora questo beneficio continuo e mirabile non può esser altro che l’aiuto che Maria presta agli uomini. Aiuto che abbraccia tutti i tempi, si estende a tutti i luoghi e ad ogni genere di persone.
don Pierluigi Cameroni