L’amicizia tra il giovane e l’anziano e un tesoro misterioso da cercare.
di Gianluca BERNARDINI per sdcmilano.it
A Trastevere, tra una birra e l’altra, Lorenzo (Andrea Carpenzano, ai suoi esordi), un ventiduenne scapestrato, passa le sue giornate al bar con gli amici, più o meno tutti nullafacenti.
I rapporti con il padre non sono buoni. Anzi spesso arrivano quasi alle mani, finché al ragazzo gli viene imposto un «lavoretto»: accompagnare fuori per qualche ora un elegante poeta ottantacinquenne che sta perdendo sempre di più la memoria. Tra i due nasce una strana complicità. I vaghi ricordi del vecchio Giorgio (Giuliano Montaldo, perfetto nel ruolo), conditi dai suoi versi trascritti sul muro, suscitano un certo fascino sul giovane; soprattutto il suo passato, da cui trapela anche un misterioso «regalo» nascosto alla fine della Seconda guerra mondiale e da poter andare a recuperare. Insieme agli amici, che nel frattempo si sono «accollati» alla strana coppia, partono in viaggio per una vera caccia al tesoro.
Francesco Bruni torna così alla regia, dopo il successo di «Scialla», con un’altra commedia facendo ancora centro. Con «Tutto quello che vuoi» si conferma così un buon regista oltre che un grande sceneggiatore. Mettendo a tema di nuovo il rapporto tra giovani e adulti, saltando, però, questa volta una generazione.
Non più il conflitto tra padri e figli, ma la possibilità di una aperta e affettuosa relazione con gli anziani o «nonni», che spesso i giovani ammirano per le loro «avventure». Diventando così «eroi del quotidiano», pur perdendo con gli anni la forza, la grinta e magari, a volte, anche la mente.
Bruni, che vive con il padre da qualche anno l’esperienza del morbo dell’Alzheimer mette in scena la sua esperienza, attraverso una storia che se ne allontana ma che con delicatezza arriva a descrivere i tratti drammatici, nonché buffi o ironici della malattia. Se da una parte sembra che la prenda, dunque, con una certa filosofia, egli però ci fa capire che noi in fondo siamo sempre «figli della memoria», di un passato, di una storia che non possiamo dimenticare. Poiché è solo attraversandola che si cresce, si diventa grandi e magari anche più forti. Da non perdere.