Sì perché la gioia della Pasqua è una gioia che “ci prende alle spalle”, ci sorprende e ci lascia quasi senza respiro.
La Quaresima ci ha condotti in un tempo di raccoglimento, di silenzio, di essenzialità e di riflessione sulle povertà e sui peccati nostri e del nostro mondo; la settimana Santa, la settimana Autentica, ci ha lasciato con il grande dolore del venerdì santo e l’intenso silenzio del sabato. Ed ecco ci esplode davanti agli occhi l’annuncio della Resurrezione!
Mentre il Natale è preparato da un crescendo di attesa e di gioia per la nascita annunciata del Figlio di Dio, la Pasqua ci prende quasi impreparati, come qualcosa che il cuore desiderava, ma che non osava ormai sperare, qualcosa per cui occorre lottare contro la delusione e la tristezza perché non si spenga.
Quella della Pasqua non è da subito la gioia esplosiva della festa annunciata, ma è forse meglio quella gioia intensa, insperata, talmente grande che toglie il fiato, che fa spalancare gli occhi dallo stupore, che ha dell’incredibile, ma che, proprio per questo, è forse più profonda, più intensa, più vitale, entra in ogni angolo oscuro del nostro esistere e lo illumina, ridona speranza, apre alla Vita che vince ogni morte.
È lo sguardo di Maddalena che viene ripescato dal pozzo delle lacrime e, quasi incredulo, vede il Maestro vivo. È il sorriso abbozzato sulle sue labbra, che ha il sapore di una felicità che risale dal profondo e che avvolge tutta l’esistenza. È il suo volto teso ad ascoltare la Voce che pronuncia nuovamente il suo nome e che la invia a portare la stessa gioia ai fratelli. È il suo corpo inginocchiato e proteso, quasi a voler trattenere quell’incontro, a immedesimarsi con il Cristo risorto perché tutto di lei possa raccontare di Colui che solo è capace di ridare la vita vera.
Vorrei allora che questa stessa gioia sia per ognuno di voi, perché i giorni delle “nostre quaresime” si aprano allo stupore della Resurrezione, perché la fede nelle promesse di Dio non ceda davanti alle fatiche e alle difficoltà, perché tutto di noi sia intimamente “impregnato” dalla certezza che Cristo vince la morte da non permetterci di trattenere solo per noi questa “bella notizia”.
Lo auguro a voi, alle vostre comunità, alle vostre famiglie, lo auguro a chi rischia di fermarsi al dolore del venerdì santo o al silenzio del sabato, perché possa giungere allo stupore della gioia che Cristo non ci ha tradito, non tradisce e non delude mai!
“Lasciamo che lo stupore gioioso della Domenica di Pasqua si irradi nei pensieri, negli sguardi, negli atteggiamenti, nei gesti e nelle parole… Magari fossimo così luminosi! Ma questo non è un maquillage! Viene da dentro!”
Papa Francesco – 21/04/2014
Sr Maria Teresa Cocco