Emozione. Un libro bellissimo e durissimo.
Una storia quella di Donato Cutolo che ti entra dentro, ti fa soffermare su quello che a volte è un pensiero sbagliato, stereotipato da chi vuole che tu non capisca. L’orrore della guerra, dei campi profughi, dei viaggi della speranza verso un futuro migliore raccontato attraverso gli occhi di un ragazzo che non prova più emozioni e sentimenti.
La prima parte del libro ci racconta Piero, bambino e ragazzo, orfano troppo presto di una dolcissima madre. Della sua infanzia infelice, figlia di un padre assente e despota, a cui obbedisce rassegnato e silente. Speranza e realtà si accavallano, varcando una linea di confine immaginaria più e più volte. Il sorriso garbato della madre nei suoi ricordi, in quei disegni che sapranno unire due destini e due esistenze agli antipodi. Il bisogno di una fuga effimera niente varrà guardando negli occhi di coloro che dignitosamente la cercano per vivere. Esilio dall’inferno e condivisione del dramma e della speranza insieme ad altri disperati.
Un sorriso spento tra le mani del figlio che racconta i suoi segreti garbatamente, vegliando il suo ultimo barlume di felicità. Il ricordo della madre nel grido di soccorso che Piero non può ignorare. Ma il destino è beffardo e le braccia che sorreggono possono scombinare i ruoli. E rimane sempre e solo quel senso di ingiustizia.
A rendere indimenticabile la lettura di questo libro è l’ascolto in sottofondo della colonna sonora composta da Rita Marcotulli e impreziosita dalla voce di Sergio Rubini. Brividi.