Un germoglio che ha resistito e ha donato vita a molte persone
L’attività dell’oratorio si svolge fianco a fianco con altre attività educative (la scuola statale e quella greco cattolica), pastorali (la parrocchia greco cattolica) e produttive (la tipografia privata). Risulta un po’ strano il fatto che nel medesimo corridoio alcune sale siano dei Salesiani e altre della scuola statale o di altre attività, ma tutti sono abituati e la cosa non costituisce un gran problema una volta conosciute le regole del vivere in comune.
I ragazzi che frequentano l’oratorio sono circa un migliaio, tutti cristiani, seppur di diverse confessioni religiose e riti. Ci sono i greco-cattolici e i greco-ortodossi, i siro-cattolici e i siro-ortodossi, gli armeni-cattolici e gli armeni-ortodossi, i maroniti, i caldei, i protestanti e i cattolici di rito romano. Ad essi si aggiunge poi un bel gruppo di circa 60 giovani universitari. Si trovano insieme per il catechismo, il doposcuola, l’Estate Ragazzi e lo sport – calcio e basket. Quest’ultimo è molto amato dai Siriani e dall’oratorio di Aleppo sono usciti giovani che hanno giocato nella massima serie e anche nella nazionale.
Il doposcuola è una attività aperta durante la guerra e risponde ad un bisogno molto serio dei ragazzi: quello di poter studiare in un luogo sicuro. Ecco allora che i Salesiani ogni pomeriggio aprono le sale dell’oratorio e, aiutati da alcuni studenti universitari, creano le condizioni perché i ragazzi possano dedicare del tempo tranquillamente allo studio.
Le sale dell’oratorio sono nel piano seminterrato. Potrebbe apparire una situazione poco confortevole, invece è proprio quest’effetto bunker che dà tranquillità. I muri spessi e la collocazione logistica non permetterebbero a nessun razzo di fare del male ad alcuno. Questa è la base per stare in serenità. Poi in oratorio c’è un buon generatore di corrente elettrica che garantisce la luce per studiare. Un adulto accanto infine, che è pronto a dare il sostengo quando serve, completa questa attività educativa fondamentale in un paese in guerra.
Questo servizio verso i più piccoli è molto importante, perché uno dei frutti amari della guerra è la descolarizzazione. A causa delle numerose scuole chiuse perché bombardate, delle famiglie disgregate perché in parte emigrate all’estero, della tensione psicologica che giorno dopo giorno erode la volontà di impegnarsi, molti bambini e ragazzi non vanno più a scuola. Si rischia di avere una generazione di ignoranti, facilmente manipolabili in futuro dai potenti di turno.
L’oratorio e i Salesiani che lo animano sono un punto di riferimento anche per tante famiglie cristiane della zona. Papà e mamme che a causa della guerra hanno perso il lavoro, o sono state ferite da schegge di bomba, o hanno perso un figlio arruolato nell’esercito e morto negli scontri con i terroristi.
Un papà racconta che è stata dura vivere per anni in appartamento al quarto piano senza la corrente elettrica e senza acqua potabile, portarsi su al piano le taniche d’acqua per tutto: per bere, cucinare e lavarsi, usare la bombola del gas messa sul balcone per farsi da mangiare… “L’ho fatto per amore alla mia famiglia e perché non avevo alternative. Era la mia croce quotidiana assieme a quella di Gesù, e ho cercato di portarla senza nervosismo o lamentele”.
Una mamma confida che insieme al marito ha deciso di stare ad Aleppo allo scoppio della guerra e di non scappare all’estero. Ma la loro più grande preoccupazione era per i due figli maschi di 9 e 12 anni. Avevano il terrore che la guerra potesse farli morire e così la mamma pregava ogni mattina la Madonna quando uscivano di casa per andare a scuola: “Maria sii tu adesso la madre dei miei due figli, custodiscili, proteggili dai pericoli e restituiscimeli sani e salvi questa sera”.
I Salesiani di questa opera sono stati per tutti gli anni dell’assedio ad Aleppo, e per tantissima gente, delle rocce sicure su cui mettere i piedi per continuare a camminare ogni giorno. Sono stati alberi forti che danno frescura e riposo nella fatica e riparo dai pericoli. Come le foglie verdi che assorbono anidride carbonica e la trasformano in ossigeno, questi uomini di Dio e Figli di Don Bosco hanno saputo assorbire il dolore, la morte e la paura e trasformarli in speranza, amore, allegria e voglia di vivere.
Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito di “Missioni Don Bosco”.
Fonte: ANS