Mission is possible

FESTIVAL MISSIONARIO A BRESCIA

Stralcio articolo di Simone Baroncia – Da Aci Stampa

“La Chiesa è missionaria per natura; se non lo fosse, non sarebbe più la Chiesa di Cristo, ma un’associazione tra molte altre, che ben presto finirebbe con l’esaurire il proprio scopo e scomparire. Perciò, siamo invitati a porci alcune domande che toccano la nostra stessa identità cristiana e le nostre responsabilità di credenti, in un mondo confuso da tante illusioni, ferito da grandi frustrazioni e lacerato da numerose guerre fratricide che ingiustamente colpiscono specialmente gli innocenti”. Così ha scritto Papa Francesco nella lettera per la giornata mondiale missionaria, ‘La missione al cuore della fede cristiana’.

Partendo da questa sollecitazione Si è tenuta a Brescia dal 12 al 15 ottobre la prima edizione del Festival della Missione, nata dall’intuizione del giornalista Gerolamo Fazzini che, da sempre attento alla tematica della missionarietà, coltivava il sogno di poterla affrontare con uno strumento nuovo e originale come quello di un festival.

Dice Gerolamo Fazzini in un’intervista: “Il Festival è un tentativo (certamente non l’unico possibile!) di sopperire all’inadeguata capacità del mondo missionario di ‘esserci’ nel panorama mediatico, nella società e nella cultura di oggi. I missionari, le missionarie e i loro collaboratori producono riviste di qualità, promuovono una molteplicità di interessanti iniziative culturali e vocazionali, e indubbiamente continuano, per così dire, a godere di ‘buona stampa’. Tuttavia il messaggio di cui sono portatori e che testimoniano con la vita, ossia l’annuncio del Vangelo ‘agli estremi confini’, non pare scalfire le coscienze, non si traduce in scelte coraggiose, non mette in discussione gli stili di vita. E, purtroppo, quello missionario non pare più un ideale capace di contagiare i giovani. In sintesi: oggi la missione ‘ad gentes’ è sentita come qualcosa di anacronistico. Inoltre, la frammentazione del mondo missionario in molti istituti e sigle spesso non permette che la testimonianza sia sufficientemente incisiva”.

Nel messaggio per la giornata missionaria il Papa sottolinea che i giovani sono la speranza della missione: come?

“Papa Francesco, che non a caso ha deciso di convocare per il 2018 un Sinodo sui giovani e per i giovani, ci ripete continuamente che qualunque ambito della vita della Chiesa, a partire da un’esperienza fondativa come quella missionaria, non ha futuro se perdiamo per strada i giovani. E io credo che la missione, se presentata in un modo avvincente e comprensibile, abbia tutte le caratteristiche per attrarre un giovane: pensiamo agli ideali di giustizia che animano tanti missionari, alla ricerca di essenzialità e libertà che guida le loro vite, all’apertura mentale richiesta dall’incontro con altre culture”.

Oggi la missione è ancora al centro della fede cristiana?

“Dal Concilio in poi, tutti i pontefici che si sono susseguiti sul soglio di Pietro hanno insistito molto su questo fatto: la missione non è una cosa per pochi eroi o per ‘truppe specializzate’, ma riguarda tutti i battezzati. In questo senso la missione è al centro della fede cristiana, o almeno diciamo che dovrebbe esserlo. Forse invece si è un po’ persa la centralità della missione ad gentes, nella convinzione che ormai tutti i popoli e le culture abbiano conosciuto il messaggio evangelico, cosa vera solo in parte.”