Questo libro costituisce la prima raccolta finora pubblicata in Italia di dialoghi dedicati al tema dell’arte sacra nell’età contemporanea.
Mai come oggi il mondo dell’arte appare distante dalla teologia e dalla spiritualità cristiana cattolica, dopo secoli in cui la Chiesa è stata un attore fondamentale non solo dell’elaborazione estetica ma anche della committenza di opere artistiche. Come si è arrivati a questa situazione? Siamo a un punto di non ritorno?
Interpellando sul tema noti artisti e studiosi di storia dell’arte ed estetica, sono nati 19 dialoghi, 6 con studiosi di arte sacra, di arte contemporanea, di estetica (Andrea Dall’Asta direttore della Galleria San Fedele, Elio Franzini ordinario di Estetica, Elena Pontiggia critica d’arte, Francesco Tedeschi docente di storia dell’arte, Timothy Verdon direttore del Museo dell’Opera di Santa Maria del Fiore, Giuliano Zanchi direttore del Museo Bernareggi di Bergamo) e 13 con noti artisti italiani (Stefano Arienti, Marco Cingolani, Giovanni Chiaramonte, Davide Coltro, Enzo Cucchi, Michele Dolz, Nicola Evangelisti, Andrea Mastrovito, Mimmo Paladino, Rodolfo Papa, Mario Raciti, Gian Maria Tosatti, Valentino Vago).
La domanda trasversale che Michela Beatrice Ferri ha posto è come l’arte contemporanea, figlia di una tradizione più che millenaria, possa tornare a porsi in rapporto con il “sacro” cristiano, e come possa essere in grado di esprimerlo. Quindi, se si possa parlare – e che cosa si intende con ciò – di “sacro contemporaneo”, oggi.
Che cosa è “sacro”? Che cosa è “contemporaneo”? Che cosa è l’arte per lo spazio sacro, per la liturgia?
La necessità dell’uomo di fare arte, e della religione di esprimersi attraverso di essa, è un segnale del richiamo dell’uomo verso l’infinito. Questo saggio è solo l’inizio di un cammino: un dialogo sul “sacro” nell’arte di oggi, in quell’arte che si consideri capace di parlare di “sacro” al cristiano e al non cristiano, al credente e al non credente.