È una bella storia di formazione e di legami figli-genitori.
Ora che ho letto Tempo assassino di Michel Bussi ho capito perché ultimamente si parla tanto di codesto autore e del successo che ha riscosso con Ninfee nere.
Questo professore normanno che insegna geografia all’università di Rouen sa veramente scrivere!
Questo romanzo mi è piaciuto tantissimo: personaggi autoctoni ben caratterizzati, trama originale come la location dove è ambientato, il nord della Corsica, ma soprattutto una costante adrenalina psicologica che accompagna il lettore nelle oltre 500 pagine del racconto.
A distanza di 27 anni l’unica superstite di un incidente stradale ritorna con la sua famiglia nell’isola francese dove è avvenuto e dove ancora risiedono i potenti legami dell’infanzia. In un continuo flashback temporale Bussi disegna un intreccio di storie che spiazzano completamente il lettore su quello che sarà la conclusione della vicenda. Un mistero che si infittisce pagina dopo pagina, un incidente che non sembra più una casualità che cerca soluzione nei ricordi. Tanti personaggi, ognuno con i propri segreti che graffiano la patina omertosa della verità.
Rispetto, onore e tradizione di un popolo, quello Corso, pescatori di sogni contro il resto del mondo. Ricatti e vendette per una trama davvero ben costruita sullo sfondo di una terra “magica”. Contemplata prima che tutto scompaia.
Perché in fondo non si muore mai veramente, si diventa ciechi e si capisce che è finita molto prima, quando tutte le meraviglie intorno a noi si spengono…
Leggetelo perché è davvero bello.