Raccontare la famiglia come scuola di vita e di amore attraverso il cinema
Questa è un’impresa ardua, vista la mole di produzione in tal senso, ma interessante!
Sin dai film più antichi, ci sono storie di famiglie ferite da tanti problemi, racconti di situazioni di povertà, di separazione, di sofferenza, di incapacità di dialogo tra moglie e marito, genitori e figli, altri membri della famiglia. Molto è frutto dell’aderenza alla realtà del regista, del resto quale nucleo familiare non ha vissuto o vive almeno una di queste problematiche? Allora, così come la regia, in ciascuna di queste storie cerca di dare un po’ di luce e speranza, almeno qualcosa a cui aggrapparsi, anche chi guarda il film con l’occhio dell’educatore è chiamato ad individuare il meglio e il positivo che c’è nel racconto cinematografico.
Per un educatore non si tratta di nascondere il male e mostrare solo la cosiddetta “famiglia del Mulino Bianco”, dove tutto è perfetto, oppure di tagliare le scene “pericolose”, bensì di preparare adeguatamente la visione del film a seconda degli spettatori (ragazzi, giovani, adulti), perché non tutto può essere immediato alla comprensione e spesso anzi è necessaria una mediazione intelligente e critica.
Naturalmente ci sono tanti film che affrontano il tema con serenità, allegria, ironia, riuscendo allo stesso tempo a far riflettere con un’immediatezza adatta a tutte le età. Al mondo del grande schermo bisogna accostare pure quello della televisione con i telefilm, le soap opera, le fiction e serie varie da un lato e dall’altro i cartoni animati, forse prodotti ancor più incisivi perché ripetuti nei giorni e nel tempo, quasi a creare una fidelizzazione con lo spettatore.
L’influenza sui comportamenti è quasi inevitabile, spesso inconscia, non sempre positiva a causa di modelli eccessivi e sfacciatamente sovversivi. Da qui la necessità di un accompagnamento alla visione dei più piccoli, poiché per loro nulla è neutro e ogni cosa può diventare un modello da assumere subito o crescendo.
Alcuni esempi di film che aiutano a riflettere.
Tornando al cinema, la selezione dei film parte da alcuni film che aiutano a riflettere su ciò che porta a realizzare un sogno d’amore, al tempo del fidanzamento, alla scelta del matrimonio, consapevoli che è bene cominciare nel miglior modo possibile: Casomai (2002 regia di Alessandro D’Alatri), Licenza di matrimonio (2007 regia di Ken Kwapis), I passi dell’amore (2002 regia di Adam Shankman), L’ultimo bacio (2001 regia di Gabriele Muccino).
La famiglia – per così dire – tradizionale, con virtù e vizi, quella da accogliere nelle diverse sfaccettature, quella d’altri tempi, sebbene non troppo lontani, è per esempio raccontata da Ettore Scola nel celebre film La famiglia del 1987.
Poi, mettiamo in scena il rapporto tra genitori e figli, eterno dissidio interiore ed esteriore a tutte le età, passando da sceneggiature tragicomiche a quelle che fotografano la realtà, certi che non c’è un manuale per educare ma una maniera per imparare ad educare e a lasciarsi educare sì! Il cinema ci ha offerto dunque: Genitori e figli. Agitare bene prima dell’uso (2010 regia di Giovanni Veronesi), La bellezza del somaro (2010 regia di Sergio Castellitto), Mio papà (2014 di Giulio Base).
Altre pellicole rappresentano famiglie solo apparentemente normali o che cercano di essere tali, nuclei che finiscono per implodere o esplodere per uno o più membri oppure per interventi esterni, nonché storie totalmente paradossali o portate al paradosso: La famiglia a soqquadro (2017 di Max Nardari) e Una famiglia perfetta (2012 di Paolo Genovese).
Ci sono bei segni di speranza che emergono grazie anche a difficoltà e problemi, in virtù di figure significative, adulti o piccoli, che entrando all’improvviso nelle famiglie o nelle vite dei singoli personaggi, le cambiano verso il bene e il bello: Se Dio vuole (2015 di Edoardo Falcone) e Famiglia all’improvviso. Istruzioni non incluse (2017 di Hugo Gélin).
Infine, tra le famiglie – che non pochi affanni hanno affrontato – tante volte portate sul grande e piccolo schermo non poteva mancare quella di Nazaret del film Nativity del 2006 per la regia di Catherine Hardwicke; una sceneggiatura lineare, semplice, intensa, umana e spirituale allo stesso tempo, capace di illuminare la coppia Maria e Giuseppe, ponendoli come modelli di sposi e genitori d’oggi.