Il 7 maggio sarà la 54^ Giornata Mondiale di preghiera per le vocazioni. Il tema quest’anno è “Vocazione e santità: io sono una missione” e lo slogan scelto per esprimere e focalizzare in forma sintetica il tema è: “Alzati, va’ e non temere!”.
Lo slogan aiuta a fare memoria di alcune storie di vocazione in cui il Signore invita i chiamati ad uscire da sé, a vivere un esodo; ad essi affida una missione e rassicura con un invito pressante a “Non temere”!
“Io sono una missione su questa terra, e per questo mi trovo in questo mondo!” (Evangelii gaudium, 273). “Io sono una missione” e non semplicemente “io ho una missione”; la prospettiva viene radicalmente rovesciata, si passa dalla prospettiva dell’avere alla dimensione costitutiva dell’essere.
Questo significa che la missione è strettamente collegata con la vocazione.
Ma che cosa caratterizza la vocazione cristiana?
Papa Francesco, nel suo messaggio, lo dice chiaramente: “È l’invito a “uscire da sé stessi” per mettersi in ascolto, guidati dallo Spirito Santo, della voce del Signore, vivendo l’esperienza della comunità ecclesiale, come luogo privilegiato in cui la chiamata di Dio nasce, si alimenta e si esprime. Chi si è lasciato attrarre dalla voce di Dio e si è messo alla sequela di Gesù scopre ben presto, dentro di sé, l’insopprimibile desiderio di portare la Buona Notizia ai fratelli, attraverso l’evangelizzazione e il servizio nella carità. In pratica è l’atteggiamento dell’essere e sentirsi missionari, di chi è amato da Dio e non può trattenere questa esperienza solo per sé. La gioia del Vangelo che riempie la vita della comunità dei discepoli è una gioia missionaria”. È proprio la relazione col Signore che implica l’essere mandati nel mondo come profeti della sua parola e testimoni del suo amore. Ed è Dio che ci aiuta a fronteggiare, in questo cammino, fragilità, senso di inadeguatezza, pessimismo, per riaffermare che, in virtù del Battesimo, ogni cristiano è colui che porta Cristo ai fratelli”.
Gesù invia in missione chi ha condiviso con lui sogni e realtà, forza e debolezza, bellezza e gratitudine. Egli affida il compito a chi gli ha consegnato la propria vita. È importante riscoprire la bellezza di un’appartenenza, perché siamo… “marchiati a fuoco per la missione” (EG 273).
Colui che è marchiato a fuoco racconta un’appartenenza, un sigillo, un legame profondo che nessuno può cancellare e annullare. Stare con Gesù… vivere con Lui: è questo il senso per cui i discepoli sono stati scelti; stare con Lui per poi annunciare la gioia del Vangelo.
Ancora oggi il Signore chiama i giovani a consacrarsi totalmente a Lui attraverso la vocazione del sacerdozio e della vita religiosa.
Mettiamoci in ascolto della testimonianza semplice ma profonda di suor Elena che ci racconta come è nata la sua decisione di dedicarsi totalmente a Dio e ai giovani.