Qualcuno dice che da febbraio “s’intravede la fine dell’anno scolastico”, qualche altro guarda ai mesi passati ed ai risultati ottenuti, ora che si è al giro di boa.
Quest’ultimi, se positivi, renderanno migliori i mesi restanti, se negativi richiederanno qualche sacrificio per recuperare. Più che di sacrifici, però, per rimettersi al passo, sono necessarie delle strategie a breve e lungo termine. Lo stesso vale per gli universitari, sia quanti sono all’inizio del cammino sia i fuori corso, sia quanti pensano di non farcela più sia chi va a rilento.
Per non essere impreparati e per il bene degli studenti, ci immergiamo nel mondo dello “studente strategico”, un percorso formativo di livello universitario organizzato con successo dal Prof. Rosario Faraci, Presidente del Corso di Laurea in Economia Aziendale dell’Università degli Studi di Catania.
L’attività è stata ispirata dal libro “Lo studente strategico” del Dott. Alessandro Bartoletti, psicologo e psicoterapeuta. Quali passi compiere affinché riprenda alla grande lo studio? Cominciamo dal “trasformare il terrore in parodia”, cioè gestire la paura, guardare il fantasma negli occhi perché svanisca. Si tratta di costruire pian piano la forza per affrontarlo. Utile è anche “dichiarare il perturbante segreto”, cioè esporre subito l’ansia o la paura per giocare a carte scoperte, così da vincere senza combattere. Attenzione, però, a non parlarne troppo e con tante persone, affinché non si trasformi in un boomerang; è prudente il silenzio al momento giusto! Non è male neanche il “partire dopo per arrivare prima”, un modo per non rimandare sempre la prova, anzi affrontarla per familiarizzare con “il nemico”e fare tesoro pure dell’esito negativo. Serve inoltre “allenarsi perfettamente all’imperfezione” trovando tutti i potenziali sbagli in ciò che si sta facendo, naturalmente a mo’ di esercizio non per darsi addosso, al fine di andare avanti per errori e tentativi.
Non dimentichiamo che essere perfezionisti e meticolosi, quando si studia, rischia di farci invecchiare sulla sedia, di conoscere moltissimo della materia (persino la più piccola nota sul libro!), ma di non sentirci mai sicuri e pronti, tanto da rimandare sempre. Anche il tempo dello studio vuole la propria parte nella strategia, un tempo su cui lavorare a poco a poco e con tecniche orarie, scandite da una sveglia, che abituino al ritmo, mostrino la necessità del dedicare più tempo e stimolino la voglia di darsi più tempo volta per volta.
Un passo strategicamente speciale consiste nell’essere in parte aquile ed in parte topi dinanzi ad una materia, ad un libro, ad un progetto. L’aquila guarda dall’alto con la vista acuta, costruendo un quadro di insieme e d’ampio respiro in breve; il topo è attento e preciso, ci mette tempo ma possiede una notevole visione analitica; con questo mix non ci si disperde e non ci si perde tra i libri, le pagine, le carte.