Tutte le volte che veniamo in chiesa, riordiniamo le nostre anime così come vorremmo trovare il tempio di Dio. Vuoi trovare una basilica tutta splendente? Non macchiare la tua anima con le sozzure del peccato. Se tu vuoi che la basilica sia piena di luce, ricordati che anche Dio vuole che nella tua anima non vi siano tenebre. Fa’ piuttosto in modo che in essa, come dice il Signore, risplenda la luce delle opere buone, perché sia glorificato colui che sta nei cieli. Come tu entri in questa chiesa, così Dio vuole entrare nella tua anima.
(San Cesario di Arles, Discorso 229,1-3)
Il nostro cammino verso il Natale raggiunge con questo incontro un punto decisivo, che impone una forte presa di coscienza. Cristo, entrando nel mondo, ha assunto la nostra natura umana, affinché in noi entrasse l’Eterno e noi potessimo diventare il suo Tempio.
L’Emmanuele, il Dio-con-noi, ha costruito in noi la sua dimora; la Sapienza è entrata nel nostro corpo per abitarvi e per plasmarci a sua immagine.
Come un edificio si regge in piedi solo se la posizione di tutti gli elementi è armonica, così la nostra anima resiste agli attacchi del maligno nella misura in cui aderiremo al progetto di Dio per la nostra vita.
Entriamo, dunque, nella nostra Chiesa del cuore e analizziamone le parti, scrutandone i pregi e i difetti.
La porta
Anzitutto, vi è la porta, quella stessa porta che si deve aprire per far passare il Re della Gloria (Sal 23), ma che deve sbarrarsi ogni volta che sopraggiunge una tentazione. È la porta del discernimento interiore.
Vediamo poi le navate, che, nella chiesa materiale, sono le porzioni di spazio per accogliere i fedeli; nel nostro cuore, le navate saranno gli spazi per accogliere i fratelli; sono le opere di misericordia, che ci rendono sensibili ai bisogni del prossimo.
Il presbiterio
Proseguendo, vediamo il presbiterio, il luogo dove si posizionano i sacerdoti e, solitamente, si trova l’altare. È il centro della liturgia, in quanto lì Cristo si fa vero cibo e vera bevanda. Nel nostro cuore, il presbiterio è rappresentato dall’incontro quotidiano con Dio: ascolto della Parola, sacramenti, preghiera sono le vie che ci sono state donate perché il Signore entri in noi e ceni con noi.
L’abside
Poi vi è l’abside: pensando allo splendido duomo di Monreale, costellato di mosaici, immagino che sulla parete si stagli l’immagine del Cristo Pantocratore, che benedice il fedele. Anche nel nostro animo vi è un mosaico nell’abside – o una vetrata dalla quale filtri un raggio di luce – è la virtù della speranza, che ci apre all’eterno.
Tuttavia, questa splendida Chiesa, costruita da Cristo, è inutile se non facciamo entrare il padrone di casa, se non ci apriamo al Signore che si manifesta non solo nella preghiera, ma anche nel prossimo.
San Cesario ci ricorda che ciò che sporca il nostro cuore non sono i fratelli, ma i peccati; confrontarsi con l’altro non determina la rovina o l’usura del nostro tempio, anzi, lo ingrandisce e lo perfeziona. Certo, sappiamo tutti quanto sia difficile frenare le pulsioni egoistiche, le tentazioni che tolgono luce alle nostre anime. Ma abbiamo la certezza che, anche se le vetrate sono oscurate, non viene meno la potenza del sole; perciò con fiducia ricorriamo al Signore, che, nella sua carne, ha sperimentato anche la tentazione. Se trascuriamo, però, la cura del nostro edificio spirituale, piano piano vedremo la sua rovina, il suo degrado e ciò si ripercuoterà non solo nel rapporto con Dio, ma anche nella relazione con il prossimo.
Facciamo attenzione: è una grande responsabilità!
Il nostro corpo e il nostro spirito sono del Signore, sono santi, non ci appartengono, ma ci sono stati donati in vista della glorificazione di Dio.
La Vergine è il modello, l’icona del nostro tempio spirituale: non solo Maria ha portato in grembo l’Autore della Vita, ma è divenuta discepola del Maestro. E se aver generato il Creatore nella carne fu una prerogativa unica nella storia della salvezza, generare Cristo nello spirito è una possibilità aperta a tutti!
1) Noi siamo tempio di Dio, casa dello Spirito Santo, ad immagine di Maria: leggi il brano dell’Annunciazione (Lc1,26-38), meditalo con riferimento alla tua vita. Hai mai ricevuto un annuncio di gioia, che ha cambiato la tua vita? Sei disposto a donare la vita per il Signore? Quale pensi che sia la tua chiamata?
2) Per Maria era impossibile che si compissero le parole dell’angelo, ma per Dio nulla è impossibile. Nella tua esperienza di fede, credi che ci sia qualcosa che non riuscirai mai a compiere? Affidati al Signore nella preghiera e, con l’aiuto della Chiesa (sacerdoti, formatori, religiosi, laici impegnati), inizia un percorso di conversione interiore.
Andrea Miccichè