Le geometrie impossibili di Escher
200 opere esposte nelle sale di Palazzo Reale a Milano per una retrospettiva pressoché completa che traccia tutto il percorso di vita dell’artista.
C’è ancora tempo fino al 22 gennaio 2017 per visitare la bellissima mostra dedicata a Maurits Cornelis Escher (1898-1972), incisore, intellettuale e matematico olandese che ha saputo stupire per i suoi paradossi geometrici e i punti di vista spiazzanti.
Chi non ha presente la mano con la sfera riflettente o le mani che si disegnano l’un l’altra o la casa di scale che appare come un vero e proprio rompicapo? Tuttavia, se all’ingresso della mostra non stai nella pelle all’idea di ammirare con i tuoi occhi questi grandi capolavori che hai sempre visto sui libri di scuola, sulle T-shirt o nelle sale d’attesa, presto ti accorgi che Escher è molto di più e ben presto ti ritrovi ad ammirare la minuzia dei particolari nelle litografie.. dei paesaggi siciliani!
Sì, lo sapevate che Escher visse in Italia dal 1923 fino al 1935 dove seppe cogliere quella bellezza che guarisce l’anima e coniugare la capacità contemplativa con il rigore analitico, tanto che amava dire “lo stupore è il sale della terra”?
Lo stupore è la molla che porta questo schivo artista olandese a “entrare” in tutto ciò che vede, quasi a voler carpirne i segreti, cogliendo ciò che sta dietro la pura visibilità: dalla precisione dei cristalli dei minerali, alle tassellature delle pavimentazioni dell’Alhambra, alle texture dei tessuti in stile Art Nouveau, ai disegni armoniosi delle campagne di Siena e di San Giminiano.
Insomma, una mostra tutta da gustare e.. da provare, per poter credere agli effetti e alle illusioni ottiche che addirittura hanno un nome, come l’Effetto Droste, che deriva dalla scatola del famoso cacao olandese e permette di vedere “l’immagine nell’immagine” crearsi all’infinito.
Quella di Escher fu una continua sfida intellettuale al senso comune, dentro una sperimentazione inimitabile, che lasciò a bocca asciutta persino i cantanti famosi o gli hippies (movimento che lui avversava) affetti da “eschermania”. Memorabili, infatti, furono i suoi rifiuti nel concedere l’autorizzazione a utilizzare alcune sue opere come copertine dei dischi a Mike Jagger, mentre costituiscono grande fonte di ispirazione per il cinema: basti pensare al film fantastico Labyrinth del 1986 con David Bowie, in cui una scena è costruita sull’immagine di Case di scale o alle celebri rampe fatate del Castello di Hogwarts nella saga di Harry Potter, che sono la trasposizione dinamica di quest’opera, ripresa perfino in una delle scene più strabilianti di Una notte al museo III e nella pubblicità di Sky.
Molto apprezzati sono gli esperimenti scientifici, i giochi e gli approfondimenti didattici che consentono ai visitatori di ogni età di comprendere gli universi apparentemente inconciliabili che si armonizzano in una dimensione artistica unica, rendono la mostra interattiva e divertente: un cartello vi avvertirà della possibilità di utilizzare i cellulari per memorabili selfie su sfondi optical e immaginari.
Uscendo da Palazzo Reale non dimenticate di scattarvi una foto dentro la sfera tenuta in mano dall’artista stesso…
Buona esperienza!
Relatività 1953
Maurits Cornelis Escher
Vortici 1957